Dettagli Recensione
La libertà totale degli arresti domiciliari
21 Giugno 1922.
Il conte Aleksandr Il'ic Rostov, decorato con l'ordine di Sant'Andrea, membro del Jockey Club e Maestro di caccia, si trova dinanzi al Comitato di Emergenza con l'accusa di essersi 'irrevocabilmente arreso alle corruzioni della propria classe sociale'. La condanna è la "prigionia eterna" all'interno dell'Hotel Metropol di Mosca, sua attuale residenza: se dovesse mettere anche un solo piede fuori dall'albergo, verrà fucilato all'istante.
Una situazione complicata da affrontare per un 'anfitrione nato' come lui, abituato più a viaggiare per il mondo che a respirare per vivere, ma 'avendo riconosciuto che un uomo deve saper governare le proprie circostanze, altrimenti sarebbero le circostanze a governarlo', il suo senso pragmatico, il suo spirito positivo e 'la ragazzina con un debole per il giallo' sono già pronti a venire in suo soccorso.
Nel sottofondo storico dell'Est Europa dagli anni '20 agli anni '50 del Novecento, un romanzo che è una vera e propria lezione di vita sugli imprevisti attraverso le ansie, le sfide, le aspettative e i compromessi di chi è stato costretto a cambiare la propria posizione nel mondo.
Dialoghi arguti e uno stile elegante e ricercato sono solo il preludio a una narrazione estremamente dinamica in cui i personaggi principali (specialmente uno femminile, per la quale si prova una fascinosa riverenza quasi a tal punto dal considerarla "la vera protagonista" al posto di Rostov), sui quali non mancano focus particolareggiati, sono complementari agli ambienti di (sotto)fondo e agli intrecci storico-politico-economici dell'epoca.
Una lettura ideale per chi vuole provare il fascino dell'animo russo, immune allo scorrere del tempo, osservandolo dal punto d'incontro tra il profumo di 'mille alberi di mele in fiore' di Nizhnij Novgorod e il sibilo della brezza estiva di Bellosguardo: gli indizi che l'autore dissemina fra un gatto blu di Prussia con un occhio solo, il ristorante più bello di Mosca, la stanza delle meraviglie, un bicchiere di Porto e lezioni su Michel de Montaigne e Alexis de Tocqueville sono apparentemente banali, ma sarà compito del capitolo dal titolo autoesplicativo 'Apoteosi' mostrare il loro filo conduttore in un finale assolutamente a sorpresa e impossibile da prevedere.
'Perché quello che importa nella vita non è ricevere una salva di applausi; quello che importa è avere il coraggio di avventurarsi, nonostante l'incertezza dell'acclamazione.'