Dettagli Recensione
Il troppo....storpia
Il sottotitolo del libro è “una storia romantica” ed è vero, la promessa in questo senso è stata mantenuta.
Siamo in Inghilterra in due periodi storici diversi e due sono le storie d’amore parallele: una inserita in epoca vittoriana, un’altra nel presente (anche se non viene indicata la data, leggendo deduciamo che non ci sono ancora i telefonini, quindi possiamo pensare si tratti degli anni ‘70/‘80).
I protagonisti della storia d’amore più antica sono Christabel LaMotte ed Randolph Henri Ash, entrambi poeti vittoriani. Roland, uno studente universitario, trova un giorno in un libro di Giambattista Vico, appartenuto al poeta Ash, due copie minute di una lettera d’amore diretta ad una donna sconosciuta : le conserva gelosamente (e impunemente) e si mette subito alla ricerca di questa donna, senza rivelare a nessuno la propria scoperta. Questa avventura “letteraria” gli farà incontrare Maud, anch’essa studentessa e massima esperta della poetessa Christabel LaMotte: i due, nel ripercorrere la storia d’amore dei due poeti, si innamoreranno a loro volta.
Questa è la trama che trovate anche sul retro della copertina, quindi io non vi ho rivelato niente di più.
É la prima volta che sono in imbarazzo nel commentare un libro e vi spiego subito il perché.
Si sa che il libro è stato osannato dalla critica, soprattutto anglosassone, che la scrittrice è una critica letteraria, una autorità nel suo campo e riconosco che questo romanzo le sarà costato molto lavoro, perché tutto quello che compone il libro, dal nome dei personaggi ai documenti che ricostruiscono la storia d’amore dei due poeti, è stato tutto inventato dalla Byatt.
Quando ho letto le prime centocinquanta pagine (il libro è composto da oltre 500 pagine) , la mia attenzione era ben desta, insieme alla curiosità che comunque non mi ha mai lasciato fino alla fine, ma dopo...ho trovato la lettura veramente appesantita.
Non esagero nel dire che la metà di tutto il libro, se non di più, si compone di lettere, documenti, intere pagine di diario, lunghissimi poemi, risalenti all’epoca vittoriana, che Roland e Maud scoprono e leggono avidamente e che sono scritte in un linguaggio più anticheggiante, lontano da quello del presente vissuto dai due studenti. È un’opera veramente imponente, in cui la scrittrice forse si è un po’ troppo autocompiaciuta nel dare prova di tutta la sua “intelligenza letteraria” appesantendo un libro ed una storia che sarebbero stati molto più piacevoli.
Non si tratta della lunghezza, ci sono libri meravigliosi assai più lunghi di questo, non si tratta della difficoltà di leggere i documenti, perché sono scorrevoli anche quelli nonostante una prosa o una poesia diverse da quelle contemporanee: si tratta, secondo me, di invasioni, interruzioni continue nella storia presente, che danno fastidio a lungo andare e confesso che a metà libro ho saltato tutti i documenti, se ne poteva fare a meno, in quanto la comprensione della trama non ha subito torti.
Non è facile per me dare questo giudizio poco lusinghiero ad un libro, sono una lettrice che trova del buono in ogni opera di qualità e questo libro è di qualità, assolutamente non discuto sul suo valore. Pregevoli le poesie, i poemi, geniale la composizione di tutto il romanzo, ottima la traduzione italiana.
Sarebbe stato peró un libro migliore, più piacevole se la scrittrice lo avesse alleggerito di tutta quella lunga documentazione che veramente ha dato fastidio alla narrazione degli eventi. È veramente il caso di dirlo: il troppo storpia!
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Archeo mari , ti capisco..
Ma proverò , Emilio a leggere Il libro dei bambini : Mi fido del tuo consiglio.
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Ho notato un po' d'imbarazzo nel motivare che il libro ti è piaciuto poco. Eppure capita a tutti di non gradire libri belli, esaltati internazionalmente. Talvolta avviene che un libro che si legge non è quello adatto al momento che si attraversa.
A me questo libre invece è piaciuto molto (certo non ho letto l'intero fascio di poesie della poetessa La Motte, comunque di una bellezza preromantica). Ho trovato ad un livello molto alto la scrittura della Byatt, che cambia registro espressivo, secondo il personaggio scrivente. Ho captato poi momenti di grande fascino e suggestione.
Il libro più bello dell'autrice, secondo me e per ciò che ho letto, è "Il libro dei bambini" , un capolavoro. L'ho pure riletto traendone ulteriore comprensione e diletto.