Dettagli Recensione
Per una nuova alba
Secondo capitolo della trilogia dedicata alla famiglia Aubrey, naturale proseguimento in termini puramente narrativi di una vicenda già ben delineata nel primo volume, eppure accessibile anche ad una lettura isolata visto il buon raccordo offerto all’inizio. La voce narrante, Rose, ripercorre infatti la vita della sua famiglia per poi seguire, sul filo della memoria, i successivi sviluppi. Lei e le sue sorelle affrontano l’ingresso nella vita adulta: è il momento di inquadrare il proprio destino, consapevoli dei sacrifici necessari per perseguire la carriera da pianiste professioniste o per accettare la propria identità e percorrere nuove strade. È il doloroso momento della crescita ad essere rappresentato qui, quello che porta alla definizione più chiara della propria identità e che al contempo misura, irrimediabilmente, la distanza dal nucleo familiare: sorelle e fratelli diventano universi distinti ai quali non è poi così spontaneo o opportuno accostarsi come in passato e gli stessi genitori assumono una nuova identità, filtrata stavolta dalla maturata consapevolezza degli occhi di chi li vede e della mente e del cuore che li decodificano. La famiglia Aubrey, dunque, quell’universo atipico e compatto rappresentato nel primo volume non c’è più, qui ci sono i brandelli, i superstiti, eppure ancora capaci di aggregare a sé persone, affetti, amicizie vere. Il tempo scorre sempre lento, la lettura fiocca, una placidità ristoratrice accompagna il lettore e lo sorprende con le difficoltà della vita mentre irrompe la prima guerra mondiale a generare fratture insanabili e a modificare delicati equilibri. È la notte , il cuore della notte, il suo momento topico, il più buio, consegnato ad un epilogo commovente, delicato e struggente al tempo stesso, degno di una narrazione pacata, impalpabile dallo stile inconfondibile, una prosa limpida e chiara, avvolgente e rasserenante. Buona lettura.