Dettagli Recensione
Strane donne
A prescindere dal fatto che non credo che le letture si possano catalogare in estive o invernali, in notturne o diurne, devo ammettere che questo romanzo storico ha fatto compagnia (non solo a me ma anche al mio compagno di viaggio) durante il ritorno dalle vacanze. Ho riscoperto il piacere di leggere per qualcuno, ad alta voce, rendendomi così conto che se una story line riesce a superare la prova della lettura ad alta voce, allora si può considerare il contenuto un successo -un po' come la prova della susina in "L'eleganza del riccio"-.
Non c’è nulla da temere per quanto riguarda il linguaggio, perché non è uno di quei romanzi storici pomposi e colmi di pretese, che utilizzano eventi storicamente attendibili per aiutarsi ad avvalorare chissà quale tesi astrusa. “Strane creature” di Tracy Chevalier invece, non è nulla più di quello che l’autrice vuole mostrarci.
In primis certamente quasi riuscivo a vederli davanti ai miei occhi, mentre l’autostrada che mi riportava a casa scorreva, i fossili rinvenuti da Mary Anning ed altri abitanti di Lyme.
Ma in realtà, strane creature non sono i ninnoli, in questo romanzo. Sono le donne. Ed è ciò che della Chevalier amo di più, questo valore donato alle eroine dei suoi romanzi: la capacità di effettuare un cambiamento mica da ridere. Con questo certamente faccio riferimento alla condizione di Mary Anning e di Elizabeth Philpot, entrambe “zitelle” nell’800, periodo in cui meno ci si augura di esserlo, considerando l’ipocrisia e il pregiudizio della gente di Londra e provincia. Certamente parlo del coraggio di queste fanciulle di aggirarsi per le strade e presentarsi ad eventi anche se non accompagnate da un uomo, scelte sicuramente ammirevoli dellee protagoniste. Tuttavia, ciò che rende le due donne davvero strane,diverse, fantastiche creature, è il coraggio di portare avanti la loro passione per i fossili, lo studio silenzioso con intelligenza e pazienza, infine la capacità di farsi spazio ed ottenere voce in capitolo circa le recenti ipotesi scientifiche. La loro forza risiede nel resistere e perseverare. Ecco perché preferisco le eroine della Chevalier a quelle della Austen, semplicemente.
Mi sono avvicinata a questa autrice nel 2014, quando a Palazzo Fava a Bologna ha avuto luogo la mostra "Da Vermeer a Rembrandt", perciò io, uscita da lì entusiasta, ho comprato il romanzo "La ragazza con l'orecchino di perla", l'ho letto e riletto e poi ho visto e rivisto il film. E ammetto di essermi comprata anche delle perle. Dopo l'attrazione magnetica che esercitato su di me il suddetto romanzo, temevo che "Strane creature" mi avrebbe deluso per forza di cose, e invece no, ha saputo sorprendermi. Detto questo, so che la Chevalier sta lavorando alla stesura di un nuovo romanzo… Molto bene!