Dettagli Recensione
Saffron Courteney
«Le cose cadono a pezzi; il centro non regge più;
sul mondo dilaga mera anarchia,
l’onda fosca di sangue dilaga, e in ogni luogo
sommerge il rito dell’innocenza;
i migliori difettano d’ogni convinzione, i peggiori
sono colmi d’appassionata intensità» cfr. “Il secondo avvento” in Grido di Guerra, W. Smith p. 143
Germania, due mesi dopo la dichiarazione di guerra. Viktor Solomons, avvocato fa ingresso presso la residenza della famiglia Meerbach per comunicare alla contessa Athala che suo marito, il conte Otto von Meerbach, fedifrago, è venuto a mancare durante il conflitto, abbattuto da un aereo nemico. Conseguenza di questa morte prematura non è altro che la successione a titolo di conte del figlio maggiore e già di indole despota, Konrad, a discapito del fratello minore e dal carattere ben più mite Gerhard. La madre avrà disponibilità dei fondi dei figli soltanto fino al compimento dei venticinque anni del maggiore, dopodiché esso diventerà titolare esclusivo di ogni bene e al minore e alla moglie saranno garantite delle rendite con cui sopravvivere ma perderanno ogni titolarità di decisione. La donna, si rende conto sin dal primo atteggiamento del figlio di essere passata da un marito a un figlio padrone, un figlio che non mancherà di far pesare e rimarcare la sua posizione predominante.
Kenya, ancora anni ’20, Saffron Courteney, ha appena compiuto sette anni e non è altro che la meravigliosa bambina nata da Leon Courteney e Eva von Wollberg, i protagonisti con cui è giunta a lieta conclusione l’opera intitolata il “Destino del cacciatore” circa un decennio fa. Nonostante la tenera età, la piccola spicca agli occhi del lettore che resta affascinato non solo dalla sua già certa e conclamata bellezza quanto dalla sua tempra caratteriale forte e determinata. Il suo è un animo di fuoco che mai si sottrae alle sfide e agli obiettivi che si prefigge. Purtroppo, le circostanze la portano a dover affrontare una difficile perdita proprio in questi che dovrebbero essere gli anni più belli, sereni e spensierati della sua vita, ma ella non si lascia andare e con molto coraggio e maturità affronta il futuro e quel che le riserva, tra cui, anche e non di meno, il doversi trasferire in Sud Africa lontana dal padre, dai suoi amici africani, al compimento dei tredici anni per imparare i modi femminili e per ricevere una educazione adeguata.
Gli anni passano velocemente e quella che un tempo era semplicemente una bambina si risveglia nel corpo di una donna ventenne dai modi aggraziati e fini ma dal sempre immancabile temperamento. Studia ad Oxford e durante una vacanza a St Moritz conosce Gerhard von Meerbach, tedesco con cui scatta una passione dirompente. Siamo ormai a ridosso della Guerra, la Germania è prossima ad invadere la Polonia, i tedeschi iniziano ad essere mal visti, la dittatura nazista è sempre più pressante, forte e violenta esattamente come il sentimento di amore che questa imperterrita eroina nutre nei confronti di Gerhard von Meerbach, quel calmo e benevolo bambino che abbiamo conosciuto all’inizio del romanzo e che oggi si ritrova a dover custodire i propri ideali e se stesso non solo dalle egemonie del partito ma anche dal fratello Konrad che, esattamente come da aspettative, non solo è un uomo autoritario, violento e prepotente, ma è anche uno dei più fedeli seguaci di Hitler. Il rapporto tra Gerhard e Saffron è inoltre legato da uno scomodo segreto attinente proprio alla famiglia dei Courtney. Un mistero che all’inizio nemmeno i due protagonisti conoscono e sanno esistere ma che al momento della scoperta non potrà passare inosservato. Riusciranno i due giovani a sopravvivere al conflitto? Cosa ne sarà del loro amore? Resisterà ad una delle più buie pagine della storia umana?
Con “Grido di guerra” Wilbur Smith si conferma un maestro del romanzo d’avventura ma anche del genere storico essendo riuscito, con l’ausilio della collaborazione con David Churchill, a dar vita ad un testo ricco di colpi di scena, eventi e situazioni e al contempo lineare e mai forzato. Non solo, i personaggi risultano essere solidi e ben costruiti tanto che chi legge non fatica ad immaginarli nella propria mente né ad immedesimarvisi essendo il carattere empatico pregnante. Non mancano ancora gli aspetti appartenenti alla sfera prettamente sentimentale che fanno da cornice e da protagonisti, ricordandoci, in simultanea, che spesso il nostro stesso sangue è il nostro primario nemico, che spesso è chi porta il nostro medesimo gruppo sanguigno colui da cui maggiormente dobbiamo diffidare. Al tutto si somma uno stile fluido, rapido, accattivante che conduce senza mai mollare la presa e senza mai perdere di intensità. Le sue 532 pagine non spaventano, anzi; giungono addirittura troppo rapidamente al termine.
Una buona prova che conferma la bravura di Smith e che ci fa destinatari di un nuovo capitolo di quelle che erano le avventure di una delle serie più amate a sua firma.
«Non è questione di giusto o sbagliato. È la vita, che termina quando deve terminare. Mama voleva farti sapere che quello che è successo oggi era destinato a succedere. Non se ne andrà perché tu sei venuta: piuttosto ha vissuto fino al tuo arrivo» p. 532