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Il colpo di grazia
 
Il colpo di grazia 2018-08-25 20:32:19 Flavia Buldrini
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Flavia Buldrini Opinione inserita da Flavia Buldrini    25 Agosto, 2018
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Il sacrificio estremo

Questo romanzo di Yourcenar, che non smentisce il suo genio narrativo capace di incantare e di incatenare il lettore all’avvincente suggestione letteraria, s’intesse intorno a tre personaggi dalla singolare personalità, uniti dalla fondamentale ambiguità dei loro rapporti. La vicenda, ambientata durante la guerra civile in Curlandia, all’epoca dei putsch tedeschi contro il regime bolscevico, intorno al 1919-21, è reale, testimoniata all’autrice da un intimo amico del protagonista maschile che è anche la voce narrante, Eric von Lhomond. Il suo punto di vista, per lo più cinico e disincantato, rimanda di riflesso le posizioni del suo caro amico Conrad de Reval, che come “un bambino” sembra non accorgersi di nulla e di sua sorella Sophie, all’interno del loro castello, in cui vive anche la devota zia Prascovia, trasformato in presidio militare. La guerra ha sconvolto le dinamiche interiori e sociali e questo nucleo affettivo, una sorta di triangolo amoroso, sembra l’unica fortezza, quale baluardo dell’infanzia, intorno ad un mondo in progressiva disgregazione, fra i disagi, i lutti, i pericoli e le ristrettezze del conflitto bellico. Sophie, così, vede nell’amico storico di suo fratello proprio un nostalgico miraggio della stagione felice dell’innocenza, brutalmente profanata dalla violenza di un sergente, in quell’abitazione trasformatasi in caserma, popolata da ‘bruti’ che in altri tempi sarebbero stati galanti pretendenti al ballo. Ella si innamora perdutamente di Eric, con una dedizione assoluta, soffrendo molto, tuttavia, di non essere ricambiata da un uomo prigioniero del suo attaccamento al fratello di lei e di un sostanziale disprezzo per le donne. L’‘eroina’, come la denomina lui stesso, è fedele a se stessa attraverso questa passione fino in fondo: se lo tradisce è soltanto per richiamare la sua attenzione e se, alla fine, disgustata, lascerà il castello per militare nelle file dei bolscevici, per aderire ad una sua personale fede ideologica in contrasto con i suoi due uomini più importanti della vita, sarà per disperazione del suo amore non ricambiato. Il destino vorrà che il suo sacrificio si compia fino all’estremo: una volta abbandonata la fortezza dai tre e smantellato ogni avamposto di quel ‘piccolo mondo antico’, dopo la morte di Conrad durante un assedio, Eric ritroverà Sophie tra i prigionieri nemici e non esiterà egli stesso, per volontà della donna stessa, a darle “il colpo di grazia”, appunto. È un episodio particolare in cui la realtà sembra superare la fantasia: forse nessun romanziere avrebbe inventato un simile epilogo; eppure la storia sconcertante, descritta da Marguerite Yourcenar con notevole finezza psicologica e talento affabulatorio, solleva dall’oblio un intrigo di passioni, velleità, ambizioni, meschinità, perversità che da un lato innalzano la statura della protagonista e dall’altro gettano luce sul degrado morale suscitato dalla guerra e sull’insondabile “guazzabuglio del cuore umano.”



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Commenti

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Bel commento e bella proposta di lettura.
Bella presentazione, Flavia.
M. Yourcenar è sicuramente nella ristretta rosa dei miei autori preferiti. Anche in questo romanzo brilla la sua scrittura ma, a mio avviso , un po' meno che in altre opere come "Memorie di Adriano" o nella trilogia di libri 'autobiografici' oppure in vari pezzi contenuti nelle sue raccolte di saggi.
E' tra i libri acquistati che mi aspettano per la lettura. Il libraio che me l'ha consigliato ne ha parlato come di "un gioiellino". Non ho faticato a credergli, per i ricordi che ho di Memorie di Adriano e Opera al nero.
Scusa se ho scorso frettolosamente la tua recensione, per paura di capire troppe cose troppo presto: quando avrò letto il libro ti darò il mio parere, che però già mi immagino...
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