Dettagli Recensione
Eschilo, Sofocle e Euripide vengono rivisitati
Romanzo narrato a triplice voce, Clitennestra, Oreste e Elettra danno voce alla storia che Toibin racconta al ritorno di Agamennone dalla guerra di Troia, ogni personaggio ha uno stile narrativo personale, caratterizzato dalla perdonale essenza che l’autore ha voluto dagli: Clitennestra, maestosa e potente, racchiude in se il potere e la capacità di andare oltre alla semplice visione del mondo, la figura che più ho amato, poi Oreste che racconta con semplicità gli accadimenti e sviluppa la sua crescita nella luce, infine Elettra, più simile alla madre ne porta il peso facendo gli stessi identici errori senza potere vedere la visione d’insieme. Un romanzo bellissimo, potente dove la scrittura è un bisturi affilato che colpisce, questi registri narrativi che si differenziano e alternano creano dinamismo e pathos. L’autore cita nei ringraziamenti Eschilo, Sofocle e Euripide, da cui attinge per raccontare a modo suo una storia che non ha tempo e coinvolge. Consigliato a tutti e specialmente ai classicisti. Incipit “Ho dimestichezza con l’odore della morte. L’odore nauseabondo e zuccherino che si diffondeva nel vento raggiungendo le stanze di questo palazzo. Adesso per me è facile essere serena e appagata. Ho passato la mattina a guardare il cielo e la luce cangiante”.
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Prendo subito nota del libro, tanto più che apprezzo molto l'autore , di cui ho letto "Nora Webster", interessante romanzo, e il bellissimo "The Master", libro imperdibile per chi ha qualche interesse per H. James.