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Trilogia del ritorno
 
Trilogia del ritorno 2018-06-14 08:31:13 Valerio91
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    14 Giugno, 2018
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Uno sguardo sulla Germania pre e post Nazismo

Nell'immenso parco di opere riguardanti l'olocausto e la Seconda guerra mondiale, "L'amico ritrovato" è sicuramente uno di quei capolavori che brillano di luce propria, innalzandosi più in alto degli altri. Per un'opinione più specifica riguardante questo romanzo, vi rimando alla recensione sulla sua scheda.
"La trilogia del ritorno", infatti, non comprende soltanto l'Amico ritrovato ma anche altri due romanzi.
Il primo è "Un'anima non vile", che racconta la stessa storia di amicizia del suo predecessore, ovvero quella tra Hans Schwarz e Konradin von Hohenfels, questa volta dal punto di vista di Konradin (nell'Amico ritrovato il punto di vista è quello di Hans, ebreo tedesco).
Il terzo romanzo è "Niente resurrezioni, per favore", che con la trama dei precedenti non ha alcun punto di contatto, se non la città in cui sono ambientati i fatti. In quest'ultima storia il protagonista è l'ebreo emigrato Simon Elsas, che ritorna nella sua Stoccarda in seguito alla guerra e vede gli effetti che il suo paese natale ha subito, sia nei luoghi che nelle persone.

Tutti i tre romanzi ruotano intorno agli effetti che la guerra, l'ascesa e la caduta del nazismo hanno avuto sulla Germania. È interessante vedere come delle folli ideologie che poco tempo prima non erano neppure contemplate, mettano radici nella popolazione in maniera del tutto inaspettata e repentina. Questo si nota soprattutto nei primi due romanzi, assistendo ai cambiamenti che l'amicizia profonda tra Hans e Konradin è costretta a subire, inquinata da un contesto che sta mutando in una direzione oscura. Nell'ultimo romanzo daremo uno sguardo alla desolazione che tutto questo ha generato, nel paese che lo ha generato.
Tre storie molto belle (la prima un vero e proprio "piccolo" capolavoro), che vanno lette assolutamente, e che in certi tratti sono spaventosamente attualizzabili. È interessante mettere a confronto i punti di vista nelle prime due storie; trovare le analogie, scoprire le differenze di percezione e le vicissitudini dei due protagonisti di questa splendida amicizia.

"È la fortuna che conta, e nient'altro - come dicevi sempre tu. Fortuna prima di nascere: lo sperma giusto che incontra l'ovulo giusto, i giusti genitori, il posto giusto. (Che possibilità ha un genio, se nasce in uno squallido villaggio indiano?) Il giusto dottore, il giusto avvocato, la luce giusta per attraversare la strada di notte, la gente giusta da conoscere, l'insegnante giusto - tutto è fortuna. L'uomo più brillante può venire ucciso da una tegola, mentre il suo vicino, un inetto, può sopravvivere. Solo la Fortuna governa le nostre vite." - Da "Un'anima non vile".

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Commenti

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Recensione puntuale e precisa, che mi fa venire voglia di leggere quantomeno il primo libro della trilogia. La stessa storia narrata da due punti di vista differenti mi ricorda un po' la battaglia di Iwo-Jima che Clint Eastwood ha raccontato dal punto di vista di americani e giapponesi nel dittico "Flags of our fathers" e "Lettere da Iwo-Jima".
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
16 Giugno, 2018
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Ciao Giulio...
ti posso assicurare che "L'amico ritrovato" è assolutamente da leggere... tra l'altro è un libro brevissimo che si legge in mezza giornata ma nel quale sono condensate tantissime cose. Te lo consiglio vivamente.
Beh, ora tu hai fatto venir voglia a me di recuperare i due film che hai citato!

Vale.
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