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Gli aquiloni
 
Gli aquiloni 2018-04-27 08:35:57 Mian88
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
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4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    27 Aprile, 2018
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La forza della memoria storica

Normandia, 1930. Ludo è un ragazzo di appena quattordici anni quando la vede per la prima volta.
Lei è Lila, una piccola donna dai biondi capelli e di appena un anno più grande di lui. Un breve incontro che lo segna profondamente. La giovane tornerà a Cléry, soltanto dopo quattro anni, eppure per lui sarà come essersi lasciati il giorno prima. Vive di memoria storica, egli è memoria storica. In questo lasso di tempo continua ad abitare con lo zio Ambroise che, “postino rurale” tornato dalla Prima Guerra Mondiale fortemente colpito e segnato, costruisce aquiloni e rinnega e rifiuta ogni forma di conflitto armato. Ma badate bene, i suoi non sono semplici giocatoli. I suoi sono veri e propri gioielli che colorano il cielo con i loro personaggi storici, con le loro tonalità vivide con i loro temi sempre diversi e talvolta provocatori.
Figlia di Stanislas de Bronicki, esponente di una delle quattro grandi dinastie aristocratiche della Polonia, detto Stas dagli amici dei circoli di giocatori e dei campi di corse e grande scommettitore tanto che soventemente è ricoperto di debiti a cui deve far fronte la consorte con i sotterfugi più disparati, la polacca entra nel cuore del protagonista, diventando, da una infatuazione, una vera e propria promessa d’amore. Al contempo ella è ambiziosa, non rifiuta gli sguardi e le avances di altri pretendenti, è una molla incostante alla ricerca di quel qualcosa che la renda indimenticabile, che le spieghi qual è il suo posto nel mondo.
E a questa prima simbolica parte, si contrappone una seconda che si dipana in quel che è il conflitto vero e proprio. La guerra è ormai in corso e con il suo avvenire prende il sopravvento tu tutto. La resistenza, il sacrificio, la morte e tutto ciò che a questo è correlato, saranno protagonisti della scena. Gli stessi personaggi muteranno e matureranno con il cambiare e l’evolversi delle circostanze. Il tutto sino allo sbarco degli alleati. Il tutto sino a dopo lo sbarco degli alleati quando per i tedeschi non vi è più scampo e la vita torna a scorrere lenta, con le sue ferite da risarcire, con le sue pietre da ricostruire.
Questo e molto altro è “Gli aquiloni”. Un romanzo che tocca il lettore per contesto storico, morale, idee, valori e massime. Un elaborato dove nulla è lasciato al caso e dove ciascun eroe è raccontato e descritto con molta cura. E se Ludovic è un maestro nel calcolo e nella (e della memoria storica), suo zio Ambroise è un tutt’uno con i suoi “gnamas” che con il loro librarsi simboleggiano ideali puri da non dimenticare e a cui aggrapparsi quando il peggio prende campo. Le idee e quel in cui crediamo sono la nostra unica ancora di salvezza quando il male ci circonda, quando la speranza sembra volerci o averci abbandonato.
Gary ci invita ancora ad avere una visione a trecentosessanta gradi diffidando di conseguenza da chi pensa di essere dalla parte del giusto. Perché il confine tra il giusto e lo sbagliato è labile, perché chiunque può essere il nemico soprattutto in guerra. Perché la guerra insegna che anche i vincitori non sono immuni dal commettere ingiustizie.
Oltre che a una morale forte, intrisa di verità e ricca di elementi di riflessione, il testo è caratterizzato da un linguaggio fluido, appassionante che non manca di conquistare. Il tutto avviene mediante una narrazione in prima persona dove risaltano in prima linea i gesti di amicizia, la lealtà, la solidarietà e tutti quegli elementi che sono capaci di unire gli uomini anche quando decidono di schierarsi su fronti contrapposti, e sullo sfondo, ma non per questo in secondo piano, quello che è il conflitto. Questo resta una costante, una presenza che mai viene a mancare e che aleggia attorno alle vicende come una nube che può sembrare essersi diradata ma che di fatto è sempre presente.
Toccante, forte, indimenticabile. Uno scritto sulla resistenza di grande valore e pregio.

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Bella presentazione, Maria.
Conosco di fama questo autore; se ne parla nel bellissimo "Anime baltiche" di Brokken. C'è qualcosa però che me lo fa apparire respingente, per cui l'ho sempre evitato, ma di tanto in tanto leggo commenti favorevoli, come il tuo...
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