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Leggerezza apparente
Figlia di una ballerina e di un esponente dell’alta borghesia, nei suoi novant’anni di vita Elizabeth Jane Howard è stata modella, moglie e scrittrice, una scrittrice, che in Italia è stata riscoperta e pubblicata con i suoi Calzaret da Fazi Editore.
Il primo impatto con l’opera non è dei migliori in quanto il lettore viene catapultato al massimo livello del mondo borghese, un universo caratterizzato da tabù sessuali e familiari che non mancano di far rivivere a chi legge la fase storica descritta. I dialoghi e le paure sono il fulcro di questo elaborato incentrato sulla quotidianità di questi cugini e di questa ragnatela di rapporti familiari. Seconda, ma non per questo meno importante impressione che colpisce il conoscitore, è quella di ritrovarsi innanzi ad un testo autobiografico. Un velo di malinconia e di nostalgia descrive le vicende, con delicatezza ma anche con premura e dovizia. Alcun dettaglio è lasciato al caso. L’idilliaco paradiso che viene rappresentato è percepito, ancora, come un qualcosa di destinato ad essere infranto. Siamo alla vigilia della seconda guerra mondiale nonché in prossimità di quell’età adulta che frantuma i sogni e muta i rapporti. Spicca, in tal senso, quello di Louise con i genitori. Con la madre il medesimo assume i caratteri di una rivalità silenziosa, con il padre è invece ambiguo, in quanto alterna attimi di seduzione ad altri di colpa e timore a causa dei soprusi che inaspettatamente vengono introdotti nei fatti.
A questa trama che avvicenda famiglia, amicizia, rapporti umani e malinconia, si aggiunge una narrazione prolissa, pignola, cavillosa che nelle prime pagine tende a far rievocare al lettore il tipico romanzo ottocentesco. Non è semplice entrare nella vita di questi personaggi poiché molteplici e fortemente collegati tra loro, ma superato lo scoglio iniziale delle analisi meticolose, il testo prende il via e si dipana in tutta la sua bellezza. E allora, traspare anche il senso di tutta questa scrupolosità: senza quasi rendercene conto ci troviamo di fronte ad una serie di protagonisti psicologicamente solidi e articolati, uomini e donne che mascherati dall’apparente leggerezza di una vita borghese radicata, celano al contrario paure dell’anima, timori, titubanze, soprusi e anche violenze. Un perfetto connubio in cui si mixano tenuità del tempo che è stato e durezza di quello che è e che è in arrivo.
Da leggere con la giusta concentrazione senza fermarsi a quell’alone di superficialità che fa da velo alla dimensione di interiorità.
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