Dettagli Recensione
La vera Anne
Il testo che mi appresto a recensire non è quello noto alla maggioranza dei lettori bensì l’edizione definitiva a cura di Mirjam Pressler approvata dall’ Anne Frank Fouds, curata per Einaudi da Frediano Sessi e contenente, fra l’altro, una prefazione di Eraldo Affinati, uno scritto di Natalia Ginzburg e in appendice un intervento dello stesso Sessi. Si tratta insomma di un testo ricchissimo di approfondimenti che permette di conoscere anche il contenuto dei nuovi fogli del diario, il ritrovamento dei quali nel 1998 produsse scalpore in tutto il mondo. Ritengo sia necessario e doveroso conoscere l’esito di questo lavoro che si pone come il più completo e fedele e che permette di evitare la lettura della complessa edizione critica. Il manoscritto, ovvero i manoscritti, sotto forma di diario, quaderni, fogli sparsi, sono stati nel tempo sottoposti a censure, tagli, revisioni che o per motivi strettamente personali ( quelli del padre Otto, unico superstite della famiglia e primo divulgatore del diario) o per motivi culturali ( quelli dei primi traduttori) ne hanno sicuramente snaturato il contenuto. La stessa prima revisione fu quella operata dalla sua autrice che, avendo sentito alla radio un appello il quale invitava a conservare tutte le testimonianze dell’orrendo periodo che si stava vivendo, e nutrendosi di aspirazioni letterarie pensò bene di limare il testo in vista di una sua futura pubblicazione. Insomma il diario così ricomposto assume oggi un altro significato soprattutto perché da esso emerge il vero ritratto della sua autrice. Ed è proprio questo che oggi farebbe felice Anna: la fedeltà alla sua identità. Sono felice dunque di avere fatto la sua conoscenza rimuovendo l’immagine triste che mi si era sedimentata nel cervello. Anna, giovine ragazza, caduta vittima di un tempo nefasto ma mai all’interno dei panni della vittima. Vivace, arguta, intelligente, insofferente, viva, acuta e presuntuosa e reale, vera, sincera. Il destino le ha negato l’età adulta e spesso, leggendo la profondità dei suoi pensieri, ho creduto che se non fosse morta avrebbe sicuramente segnato il suo tempo da viva e non come il simbolo di tutte le vittime del razzismo antisemita nazista. Andando oltre la cronaca di due anni di prigionia, il contenuto della quale cronaca implode di noia e di insofferenza, si scopre la vera essenza di questa testimonianza: l’universo emotivo e intellettivo di un’adolescente all’avanguardia, ricchissima di conoscenze e di cultura, in grado di dare una lettura precisa della realtà minima ( l’alloggio segreto) e della realtà storica ( la vita, gli uomini, la natura, la guerra) intrecciandole mirabilmente nella sua esistenza libera anche nella cattività forzata. Un vero esempio per tutti noi e non solo per gli adolescenti da educare, come vogliono le mode attuali, solo in occasione della Giornata della Memoria. Questo testo è universale, trascende la Storia, trascende l’orrore.
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Saluti
Riccardo
Bravissima, Laura.
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