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Povera Grace
L’altra Grace è il più bel romanzo della Atwood. Ispirato a un fatto di cronaca, racconta liberamente una vicenda oscura di cui nella realtà mai si venne a capo riguardante un delitto che in Canada all’epoca aveva fatto scalpore: una serva aveva concertato l’omicidio del datore di lavoro e della sua amante d’accordo con un altro inserviente uomo. Il personaggio di Grace viene raccontato in modo toccante: la povertà, il duro lavoro, le angherie da parte del padre e dei padroni, le ingiustizie sociali, la morte della madre. Il personaggio è così “bello” che entra nel cuore. In tutta la storia Grace brilla vicino alle persone che la circondano per una particolare bellezza interiore. L’autrice l’accosta ad altri personaggi femminili della buona società per darle maggiore risalto con il gusto un tantino ironico e malizioso che la contraddistingue. Gli uomini nel romanzo tra tante dame in condizioni di netta inferiorità sociale, sembrano avere una marcia mentale in meno e ci fanno quasi tutti la figura dei fessi: manipolabili dalle stesse donne e comunque così schiavi del sesso che quando non sono schiavi delle donne, sono avvinti dalla malizia dei loro stessi pensieri morbosi, incapaci di riconoscere la verità e l’onestà. Grace fa loro in un certo senso da specchio per cui vedono in lei quello che c’è in loro stessi. Non è un caso che le persone che ne pensano bene sono le migliori. La conclusione della storia, è realista. Non un finale da favola ma per la povera Grace va bene lo stesso, perché chi ha attraversato l’inferno si accontenta: magari sognava l’amore da giovane, ma la pace è comunque un paradiso.
La parte più bella della storia è probabilmente quella iniziale. Sul finale l’autrice si fa prendere dalla malizia nello descrivere tutta una serie di signore bene e relative manovre: tutto piuttosto divertente.
Alcuni personaggi restano un tantino evanescenti: per esempio il mago. Avrei voluto qualche riga in più, resta un po’ troppo avvolto nel mistero lui e i suoi bottoni. Che significano quei bottoni? Ancora me lo sto chiedendo. Al di là del fatto che Grace sia colpevole o innocente, nel romanzo pare che ognuno veda in lei se stesso come in uno specchio: i peggiori ne provano repulsione, i meno maliziosi e portati al male la vedono innocente. Quando una persona è troppo buona, diventa uno specchio che rende agli altri la propria immagine indipendentemente dalle sue parole e azioni. E' questa la natura del male che gli altri vedono in lei.
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