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Epilogo e nuova consapevolezza
“ Ancora pochi giorni e tutto sarebbe finito, niente sarebbe stato più lo stesso.”
Natale 1958, ciò che venti anni prima era iniziato si sta dissolvendo, per sempre. Home Place è destinata ad appartenere ai ricordi, portando con se’ ansia e malinconia. La sua fine attraversa l’ atmosfera gioiosa e fiabesca del Natale, aggrappandosi al presente e cercando di respingere il pensiero di un futuro assai incerto.
Lasciando un luogo caro sopravvivono i ricordi, tra immagini dell’ infanzia e oggetti della memoria ma, rispetto al passato, ciascuno può finalmente esprimere i propri sentimenti.
I vecchi Cazalet ci hanno lasciato per sempre, i nuovi Cazalet stanno crescendo, i personaggi che abbiamo conosciuto, amato, perso, riabbracciato, navigano verso un destino in parte già indirizzato o ancora indecifrabile.
Persistono dissapori famigliari, amori sofferti, relazioni in bilico, ma, a differenza di un tempo, vi è una maggiore consapevolezza, che “….qualche volta, forse sempre, il lutto deve restare privato “…
Molte cose, negli ultimi dieci anni, sono cambiate, alterne vicende private, difficoltà lavorative e voci emergenti. Polly, Louise e Clary, donne mature, hanno proseguito per strade diverse, non sempre protagoniste del proprio destino con alterne fortune e dubbi persistenti.
Hugh, Edward e Rupert sono invischiati nella difficile sorte dell’ azienda di famiglia, con nubi fosche all’ orizzonte, Villy, Zoe e Rachel alle prese con una vita piena di ricordi che vanno rispediti nella pozza profonda del passato consapevoli che …” a contare è come ciascuno reagisce a quello che la vita gli presenta “…, creando un ponte tra passato e futuro.
Oggi la guerra rimane solo nella memoria di chi l’ ha vissuta e lo spettro della povertà non appartiene esclusivamente alle classi meno abbienti, cogliendo impreparato chi era avvezzo a privilegi ed egoismo, vivendo esclusivamente nel presente, incurante del futuro, ma ormai è troppo tardi.
Tra le pagine , con la maturità dei protagonisti, un intenso sentimento cresce e si mostra.
A contare, alla fine, è il mondo relazionale da loro costruito e che gli apparterrà, per sempre. Spogliati di tutto, dagli amori agli affetti più cari, sopravvissuti alla furia degli eventi, il mistero della vita scorre tra le pieghe della storia, le persone nascono, vivono e muoiono, ma il soffio di quello che sono e sono state sopravviverà e li caratterizzerà, per sempre.
Ed allora si aggrappano al presente con la preoccupazione del domani , ma … “ sempre ottimisti sulla potenziale bontà della gente “…
Ognuno si tiene un proprio prezioso ricordo di Home Place, perché la storia va conservata, mai dimenticata, accompagnandoli nei giorni a venire.
Una nuova-vecchia figura si erge, piegata dai dolori e dagli anni ma pronta a donarsi, ancora una volta, come fosse il primo giorno, rafforzata e sospinta dalla forza dell’ amore che la circonda e dalla propria raggiunta consapevolezza, Rachel.
La saga dei Cazalet si è consumata ed una risposta, inizialmente vaga, ci è giunta.
Elisabeth Jane Howard ha cercato di rappresentare la complessità di un mondo con decine di storie che attraversano la Storia, ha parlato molto di se’, prevalentemente del delicato universo femmminile, ma anche di un mondo maschile nebuloso e controverso , di un’ infanzia giuocosa, dei sogni adolescenziali, dell’ immaturità della giovinezza, della fragilità e dei dubbi dell’ età di mezzo, della sofferenza e consapevolezza della vecchiaia, di tutte le stagioni della vita.
E poi delle diverse classi sociali, di guerra ed ingiustizie, di diritti umani violati, di tradizioni inviolabili e cambiamenti auspicati tra passato e futuro attraversando il presente ed una intricata rete relazionale, strabordante di eventi e di sentimenti.
Ci è riuscita? Credo di sì, perché siamo giunti alla fine sorprendendoci, commuovendoci, sorridendo, sempre in attesa di possibili cambiamenti, continuando a sentire quelle voci ed a ricordare quei volti, e la semplice complessità di un mondo che, gradatamente, è divenuto anche il nostro.
In questo sta la sua grandezza, la naturalezza che accompagna il potere magico ed unico delle parole e della buona letteratura, che riesce ad illustrare il mistero della vita nella propria interezza.
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Dunque la saga regge!