Dettagli Recensione
Opera in crescendo sulla vita di un pirata
Per un lungo periodo (oltre un anno) non mi sono avvicinato a libri di narrativa, prediligendo un gran numero di biografie e saggi. Ho trovato questo titolo però in offerta su Amazon Kindle e mi sono fatto tentare, anche grazie alle numerose recensioni positive un po’ ovunque.
Inizialmente, delusione cocente. Ma valicata la metà dell’opera, mi sono fatto conquistare invece dalla progressiva maturazione ed acquisita tridimensionalità dei personaggi, in conclusione rendendo la lettura piacevole oserei dire “nonostante tutto” (piccolo dettaglio: ho letto questo libro interamente in barca sperduto in mezzo al Mediterraneo. Perfettamente a tema quindi!)
Evito il paragone con il capolavoro di R.L. Stevenson, che nasce in altre epoche, con altri fini, con altri mezzi. Credo anche ragionevolmente BJ abbia usato l’espediente non tanto perché interessato a ribaltare il punto di vista de “L’isola del tesoro” (che infatti nell’opera è trattato in modo superficiale e pur potendo non risolve quelli che erano i punti più lacunosi nel testo originale) ma piuttosto per avere un personaggio si letterario (e quindi libero da vincoli reali e vicende storiche) ma nello stesso tempo perfettamente definito e dotato di fama propria, e quindi appetibile stilisticamente. Insomma una sorta di teatro dove i personaggi sono fittizi con la pretesa di esser reali (si veda in tal senso la lunga parentesi, anche poco azzeccata stilisticamente, e poco piacevole dal punto di vista narrativo, con Daniel Defoe).
Il testo non va affatto inteso come “letteratura per ragazzi” (ricordiamoci che in Italia testi “sacri” come Moby Dick o Martin Eden vengono considerati alla stregua di favolette per scolari…impallidisco), sia per le sue sfumature psicologiche sia per la crudità di diversi passaggi (violenza, sesso) e pertanto va approcciato e analizzato con consapevolezza.
La narrazione parte brillante, coinvolgente. Si combatte, si ricorda, si soffre. Avventure in successione, non importa come o perché (immancabile il paragone proprio con il citatissimo Robinson Crusoe). Paesaggi puntuali, riporti storici esatti e verificati. Chi scrive non si improvvisa, conosce la storia e la storia della pirateria, e conosce anche il mare e la navigazione. Qui sta un grande punto di forza dell’opera, in quanto fornisce uno spaccato attendibile sulla nascita e sugli sviluppi della pirateria nel 1600, includendo gli avvenimenti politici in Europa, la tratta degli schiavi, i traffici con le colonie.
Abbiamo poi a mio parere una caduta di tono e di stile. Diverse pagine di pensieri filosofici abbozzati, che vorrebbero far riflettere su libertà e libero arbitrio, ma ahimè scalfiscono appena un tema complesso e risultano infine molto stereotipate. Sceneggiatura che a mio parere vacilla per credibilità e cade nel banale con espedienti prevedibili e triti. Soprattutto il personaggio principale, Long John Silver, invece che conquistare, delude. Se il tentativo era di disegnare un leader pericoloso ma affascinante, beh, a mio avviso qui BJ fallisce miseramente. Vedo in LJS un povero svitato, vigliacco ed egoista, che pur “avendo cara la pelle” si caccia in situazioni grottesche per via della sua scelleratezza, ed infine comunque non coltiva alcun vero legame in tutta la sua esistenza
(INIZIO SPOILER):
- Ricercato dalle guardie per ammutinamento; si spende tempo per trovare un’identità fasulla; appena la guardia chiede il suo nome, dà il nome vero! Nella successione di eventi poco dopo ucciderà il suo amico\salvatore come nulla fosse dimenticato chissà dove la donna amata per cui poche pagine prima aveva perso quasi il senno.
- Si prende una punizione pazzesca per aver superato una riga bianca senza motivo e senza scopo alcuno. I fatti che seguono sono casuali e disordinati, si salva grazie a diversi deus ex-machina evitabili.
- Gira il mondo in lungo ed in largo, ma state pur certi che ci sarà sempre il suo nemico Deval ed il suo amico Jack pronti ad aspettarlo, ad aspettare proprio lui! Poco credibile!
- Organizza un ammutinamento e cosa fa sul più bello? Si mette a dormire! Poco credibile! Scelte dell’autore per permettere che accadano determinati fatti e prosegua l’intreccio, ma non c’erano soluzioni più eleganti e verosimili?
- Uccide persone a sangue freddo come mosche, perché non uccide il suo arci-nemico Deval, visto che gliene combina di ogni e ne avrebbe più volte occasione?
- Elisa, la sua prima amante, sparisce nel nulla. Ad un certo punto avrebbe modo di risolvere l’enigma, ma uccide colui che sta per rivelarglielo. Perché? Non lo capisco.
- Dolores: chi è? Cosa fa? Cosa fanno insieme? Il personaggio, pur in teoria la spalla femminile del protagonista, è appena abbozzato ed in modo del tutto elementare.
(FINE SPOILER)
Potrei forse procedere con altri esempi, a mio avviso piccoli passi falsi dell’autore.
Ma nella seconda parte e nel finale il libro prende un ritmo più snello, meno pretenzioso, più giocoso ed avventuroso. Ecco che dismessi i panni dello “storico dei pirati”, BJ si mette quelli del romanziere e dà il meglio di sé. Long John smette di fare il filosofo e torna a fare quello che sa, ossia arringare folle di pirati ed andare a caccia di tesori.
Il finale è malinconico, dolce, direi quasi poetico, l’ho addirittura riletto più volte.
In appendice interessante richiamo ai fatti storici trattati nel libro, alcuni devo dire al limite dell’incredibile ed interessanti letture di approfondimento.
Alla fine, mi sento di consigliarlo! All’arrembaggio! ?