Dettagli Recensione
Rivoluzione socialista.
Leggo questo autore per la prima volta. Lo stile mi ha catturato subito, ironico e leggero mi ha regalato una tranquilla lettura estiva. Towles ci offre innumerevoli piccoli episodi, ricchi di personaggi, che inevitabilmente tendo ad intrecciarsi gli uni con gli altri, in maniera armonica e naturale.
Il personaggio centrale, il conte Rostov, ha una personalità intrigante e notevole. Vive in esilio forzato in una gabbia dorata che gli permette di conoscere l'evolversi degli eventi in base ai personaggi, che nei decenni, sono di passaggio dal Grand Hotel Metropol. Nonostante tutto resta e rappresenta un vero gentiluomo, anche se ormai privo di libertà. Non perde energia e mantiene la testa alta e la sua compostezza, specialmente nei tentativi di corruzione da parte di bolscevichi per usare la sua figura per spionaggio.
Il tentativo dell'autore sta proprio nel proporre episodi interessanti nonostante tutto si svolga nello stesso ambiente.
Però, forse lo stile così sobrio, non sempre ha tenuto alta la mia attenzione più abituata al genere romanzo thriller. Quasi privo di azione, quindi, ma con un pizzico di romanticismo, musica, cibo e geopolitica, racconta gli anni bui dell'URSS sotto i ferrei governi intercorsi da Lenin a Stalin, che tenta il passaggio verso la modernizzazione col tentativo di non cadere nel capitalismo americano.
Ironico il passaggio in cui il primo governo Panrusso istituisce il proprio statuto dichiarando i diritti dei lavorati tra cui quello di coscienza, di espressione, di riunione e soprattutto li priva degli stessi se utilizzati a danno della rivoluzione socialista.
Ripetendomi, non sono solito a questo genere di lettura, che mi ha a tratti interessato e a tratti meno.