Dettagli Recensione
Strane creature
Non so perché, ma all’inizio la storia di queste ragazze mi ha ricordato il “Piccole donne” della Alcott, se non che alla fine questo libro si è rivelato uno dei più noiosi che abbia mai letto, anche se viene definito uno dei meglio riusciti di quest’autrice. Racconta la storia di ragazze cacciatrici di fossili e di buono c’è senz’altro la sensibilità nel vedere e la capacità del saper cogliere, che senz’altro ti risveglia. Due persone guardano infatti la stessa roccia e vedono cose diverse: per una è solo un grumo di pietra, ma l’altra è capace di trovarci incastonato un riccio di mare. E’ altrettanto vero che se si va a caccia di fossili con qualcun altro, non puoi guardare con i suoi occhi, devi per forza usare i tuoi. Ed ognuno cerca a modo suo. Penso che questo sia comunque un concetto molto profondo, da estendere molto oltre alla ricerca di fossili, che si è rivelata direi quasi sfiancante. Ogni fossile è unico, come le persone. Gandhi diceva che ogni persona che incontriamo è migliore di noi almeno in una cosa e che noi dobbiamo imparare da quella cosa. A me è piaciuto imparare a “guardare” da persone che me lo hanno insegnato, così come ogni libro mi insegna a vedere qualcosa di nuovo che non so.
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