Dettagli Recensione
La lunga attesa
Continua la saga dei Cazalet, di E.J. Howard, con questo secondo volume, “Il tempo dell'attesa”. “Gli anni della leggerezza” finiva nel 1938 con il discorso di Chamberlain dopo la Conferenza di Monaco.
Questo romanzo si apre nel 1939, è passato circa un anno. E' scoppiata la seconda guerra mondiale. La famiglia trascorre il periodo della guerra nel Sussex, ad Home Place, per evidenti motivi di sicurezza. Il figlio più giovane del generale, Rupert, viene richiamato alle armi, mentre i fratelli maggiori, Hugh ed Edward, portano avanti gli affari dell'azienda di legnami di famiglia.
Il corso della narrazione procede ancora abbastanza lentamente, ma il racconto non è affatto noioso. E' piuttosto come se l'autrice ci volesse proprio trasportare in quel mondo, in Gran Bretagna nel 1939, nella famiglia allargata dei Cazalet. Si viene così catapultati nella vita quotidiana dei personaggi, tra pasti consumati tra adulti o tra bambini, lavori per completare l'oscuramento delle finestre, uscite per fare la spesa, raccolta di frutta per la preparazione di conserve. Naturalmente il fulcro del racconto non si trova in questi aspetti apparentemente insignificanti dell'esistenza, è solo che la Howard ci mette davanti a tutto: siamo lì insieme a loro. Non ci troviamo però in mezzo ad una famiglia perfetta, anzi. L'apparenza è molto lontana dalla verità. I personaggi che compongono la storia sono molti, alcuni hanno dei lati oscuri, altri vogliono nascondere con tutte le loro forze chi sono veramente, la loro diversità. A più livelli si può notare, come motivo ricorrente, la volontà esasperata dei personaggi della generazione di mezzo (i figli del generale e i genitori della generazione successiva) a nascondersi e a negare quello che vogliono veramente, la determinazione a soffocare sentimenti, emozioni, desideri per rispondere ad una falsa immagine di se stessi, quella richiesta dalla società. Così alcuni diventano veramente brutte persone, altri solamente inquieti, tristi, infelici.
Nel mezzo di tutto questo stanno crescendo le tre cugine Louise, Polly e Clary, rispettivamente figlie di Edward, Hugh e Rupert. Pian piano il lettore comprende che sono proprio loro le tre protagoniste del racconto. Sono la nuova generazione, stanno crescendo nel bel mezzo della guerra. Riusciranno a non farsi imbrigliare negli schemi ipocriti dei loro genitori e ad affermare il forte desiderio di autonomia ed indipendenza che le anima? Sono tre ragazze completamente diverse l'una dall'altra e tutte e tre, per motivazioni diverse, saranno messe alla prova dalla vita e dovranno molto soffrire prima di diventare grandi.
Questo secondo romanzo mi è piaciuto molto, anche di più del primo, perché, anche se con lentezza, si comprende qual è il filo conduttore del racconto, fra i molti personaggi si inquadrano le protagoniste e siamo curiosi di conoscere come proseguirà la loro storia.