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Il gioco delle porte
“Il miniaturista” è un romanzo brillante, con una splendida copertina, assai appropriata per le atmosfere gelide e misteriose di una Amsterdam di fine Seicento.
Quella di Jessie Burton è un opera che si presta a molteplici esegesi: è un romanzo di formazione con una prospettiva spiccatamente femminile, è un romanzo storico ambientato in uno scorcio di passato poco praticato, è un thriller inconsueto e affascinante.
È una storia semplice eppure mirabilmente sviluppata.
Particolarmente apprezzabili e soppesate risultano le scelte stilistiche riguardo la scrittura, ciascuna delle quali aggiunge un tocco vincente al lavoro finale, tra queste spiccano: l’ordinata organizzazione in parti e capitoli molto ben congegnata; un incipit lento ma sapientemente finalizzato a preparare il terreno per una trama ben tessuta ed avvincente; e non ultima la quasi costante coniugazione del tempo al presente che, ben calzando la narrazione in prima persona, produce una perfetta carica di suspense.
Petronella Oortman, narratrice e protagonista delle vicende, rappresenta il fulcro del romanzo. Personaggio animato da un dinamismo vivace, si esalta, nel contesto di caratteri sorprendentemente umani, disegnati con naturalezza scevra da caricature, evolvendo attraverso le pagine da fanciulla timida e sperduta in una dimensione sconosciuta ed ostile, fino a donna determinata e armata della curiosità degna di Ulisse pronta ad affrontare misteri, inganni e paure.
Le enigmatiche peripezie prendono il là da una ambientazione ricca di minuziosi dettagli, pazientemente descritti, in una duplice realtà abitata da avidi mercanti e ferventi predicatori, permeata da un puritanesimo dichiarato ed epicureismo recondito.
La contrapposizione tra facciate ed interni rappresenta un elemento caratterizzante del romanzo.
Ancor più interessante sotto questa luce, trova spazio l’ingegnoso espediente legato allo schiudersi delle porte. Grandi e vere protagoniste, nel loro ruotare di cardini, celando gli spazi più intimi, nel loro concedere spiragli agli sguardi rapaci di verità occultate, nel loro preludere alle rivelazioni, le porte, gli usci, gli atri, gli ingressi, hanno un ruolo fondamentale nell’ospitare le scene decisive per il volgere degli eventi, quasi a sottendere un’allegoria del labile confine attraverso cui si transita dalle apparenze ai fatti concreti.
Risulta quasi superfluo sottolineare come l’eroina di questi viaggi attraverso simbolici varchi sia spesso Petronella, accompagnata da un corteo di figure che contribuiscono a fare di questo romanzo un libro bellissimo da leggere.