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La lettrice di tarocchi
 
La lettrice di tarocchi 2017-02-16 14:31:03 FrancoAntonio
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    16 Febbraio, 2017
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Dea, alla corte degli Sforza

Almadea, ma per tutti solo Dea, è una giovane orfana adottata da Bona di Savoia, consorte di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano. Vivendo in una delle corti rinascimentali più attive culturalmente, Dea si troverà nella posizione di testimone oculare privilegiata di alcuni dei principali fatti che caratterizzeranno l’ultimo quarto del turbolento XV secolo: dall'assassinio del duca alle feroci lotte tra i vari staterelli italiani; dai crudeli intrighi ed omicidi politici, che vedranno coinvolto anche il papato ed i potentati stranieri, alle guerre che insanguineranno l’Italia del tardo ‘400.
Divenuta dama di compagnia della irrequieta contessa Caterina Sforza, figlia naturale del duca, la seguirà prima a Roma, dove assisterà alla frenetica e scandalosa vita mondana della città simbolo della cristianità, e, poi, con la morte di Papa Sisto IV, a Forlì, il piccolo feudo di Caterina, dove la giovane contessa saprà dare il meglio di sé con una determinazione ed una grinta tipica di pochi uomini, guadagnandosi, addirittura, il titolo di “tigre di Forlì”. E resterà al suo fianco sino allo scontro finale con Cesare Borgia.
È la terza volta, nelle mie recenti letture, che mi imbatto in Caterina Sforza, una delle figure femminili più significative del nostro Rinascimento. Dopo averla incontrata come personaggio di secondo piano nel romanzo di Sarah Dunant “Sangue e onore: il romanzo dei Borgia” ed in quello di Daniela Piazza “L'enigma Michelangelo”, in questo volume mi aspettavo che occupasse il centro della scena, seppur vista attraverso gli occhi del personaggio inventato della dolce e remissiva Dea, sua ombra per oltre venticinque anni.
Purtroppo, invece, la scrittrice, soprattutto nella prima parte del romanzo, ha preferito dedicare la sua attenzione soprattutto alla storia di Dea.
Dea, che ha ereditato dalla madre (una delle vittime del crudele duca Galeazzo) l’abilità di leggere il futuro attraverso i Tarocchi; Dea che cerca vanamente di entrare in contatto con il suo “angelo” eseguendo riti esoterici; Dea che, pudica e critica, osserva gli eccessi sessuali di Caterina e quelli ancor più turpi delle più alte personalità delle corti italiane; Dea che, gonfia d’amore per il perduto Matteo e lo sposo Luca, fatica a reprimere il desiderio di vendetta per l’assassinio del primo e trepida continuamente per la sorte del secondo; Dea che, tremebonda per il futuro della sua amata signora, viene sballottata in un gioco più grande di lei.
Non ho potuto frenare un pizzico di delusione scoprendo che, anche in questo romanzo, Caterina rimane un po’ dietro alle quinte. Caterina Sforza, infatti, meriterebbe di primeggiare sulla scena. È un personaggio di estremo interesse per la sua modernità e per l’impatto che, anche alla sua epoca, non certo femminista, seppe imprimere. Il fatto che, ella stessa, ebbe a dichiarare, negli ultimi anni di vita, «Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo», la dice lunga sul rilievo storico che ebbe questa nobildonna dal carattere impervio e volitivo.
Detto questo ed accertato che il libro non è propriamente un romanzo storico, ma una vicenda ampiamente di fantasia storicamente inquadrata, la lettura risulta comunque piacevole ed interessante. L’A. mostra di essersi ampiamente documentata e ciò appare evidente nelle pagine che trasportano il lettore con particolare vivezza nelle corti quattrocentesche. Vanno segnalati solo alcuni nei del romanzo. La narrazione eccede un po’ quando, dando credito alla versione più “pettegola” di alcuni fatti, invece che a quella più storicamente accreditata, indulge nella pruderie del lettore. La descrizione fisica dei vari personaggi e, soprattutto, dei loro abbigliamenti, risulta, a volte, decisamente pignola e defatigante quasi ci si trovasse ad una sfilata di moda quattrocentesca. Infine la storia glissa alcuni fatti storici di rilievo mentre altri sono stati volutamente distorti per assecondare il filo narrativo più che la correttezza del resoconto storico. Ma, in fondo, sono tutti peccati veniali, specialmente se si considera il volume come un racconto d’evasione, visto soprattutto che la narrazione scorre agile e risulta intrigante.
Complessivamente, quindi, “La lettrice di tarocchi” è un buon libro che vale la pena di leggere anche per immergersi in uno dei secoli più importanti della storia italiana.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
.. ed ama i romanzi storici. Soprattutto consigliato a chi ha già letto “Sangue e onore: il romanzo dei Borgia” di Sarah Dunant e “L'enigma Michelangelol" di Daniela Piazza, che trattano il medesimo periodo storico. Da segnalare che la Kalogridis ha scritto anche un romanzo incentrato sulle controverse figure dei Borgia.
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