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Un'eredità non raccolta
Tutto il racconto è molto duro e non manca di descrizioni crude, a volte agghiaccianti, come le pratiche di aborto o le decapitazioni con relativa impalatura. D'altronde ci troviamo in pieno basso medioevo e con l'inquisizione spagnola.
Mi fa sorridere quando la scaramanzia si fonde con la credenza religiosa, così come avviene quando un prete benedice una nave perché contaminata da piccolo Hugo che porta sfortuna, oppure come alcuni marinai immaginano che le onde del mare siano provocate dai caduti durante le traversate.
Di contro fa molto pensare la relazione tra Cristiani ed Ebrei e di come la differenza religiosa si tramutasse, nel modo più naturale ed accettato, in una differenza sociale.
Il momento storico è ricco di eventi, l'autore ci viene in soccorso introducendo, di tanto in tanto, delle lunghe descrizioni cronologiche degli eventi più significativi.
Il personaggio principale, Hugo, è molto interessante. Grazie alla scaltrezza riesce quasi a tener botta alla sfortuna ed alla avversità imposte dalla sua condizione sociale. A dirla tutta un po' più di cinismo e determinazione non avrebbero guastato, sia nella gestione degli schiavi, sia nella scelta della moglie - se ogni mondo è paese, lo è anche ogni epoca.
Il lato sociale e l'affinità con il mondo moderno sono le caratteristiche che più ho apprezzato di questo romanzo. Il rapporto con la Chiesa, l'odio fra le religioni, lo schiavismo (che oggi esiste in forme diverse), la violenza sulle donne, il disprezzo su chi appartiene a classi sociali differenti. Tutto questo se chiudo il libro lo vedo ancora oggi.