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Fredda razionalità o amore incondizionato?
Il lascito di " Il Colpo di grazia", breve romanzo scritto nel 1938 che narra un fatto di cronaca raccontato all' autrice da un amico di quello che sarà la voce narrante del racconto, è un senso di sgomento e di pienezza emotiva, lo sradicamento di ogni certezza e la consapevolezza di un dono prezioso, di stile, di contenuto, di vita, di sentimenti e di tanto altro, una tragedia dell' esistere dipinta con maestria e magnificenza.
" Il mio viso portava una maschera ed il suo era nudo." È il sunto dell' opera, laddove la voce narrante, Eric von Lhomond, aristocratico tedesco di origine francese, ricorda e costruisce una trama imbevuta di tempo e memoria, di se stesso e del proprio vissuto, per quanto la soggettività abbia modificato e condizionato gli eventi.
È il racconto ( avvenuto parecchi anni prima ) di un momento particolare della giovinezza, di un ménage a trois che diviene passione amorosa duale non corrisposta, ambientata in un castello a Kratowice sullo sfondo della guerra civile ( avvenuta in Curlandia nel 1919 contro le forze bolsceviche ) che condiziona vivere, attese, sogni e speranze.
Sofia e' una giovane donna innamorata ( di Eric ) con "... un' aria di adolescenza ferita, una grazia stralunata e selvaggia su una base di durezza... " e quella passione infelice si trasforma in ossessione, sconfitta, rabbia, dolore, riscatto, ricatto, presenza costante perché lei vive " l' orrenda solitudine di una creatura che ama. "
Corrado è il fratello di Sofia, " una di quelle nature impostate dai sogni ", dotato di talento letterario, amico fraterno di Eric e suo compagno di guerra, e tutto in lui ispira una confidenza assoluta, perché " l' amicizia è certezza, rispetto ed accettazione totale, ed è questo che la differenzia dall'amore."
Ma " l' esistenza è fatta di compromessi e di oblio " così come " c'è poca distanza tra l' innocenza totale e l' abbrutimento completo ".
Il racconto di Eric, e l' esposizione dei fatti, ci immerge nella sua razionalità nefasta, in quello stato di belligeranza che antepone la ragione al sentimento, la fredda capacità decisionale alle pulsioni di vicinanza, all' incapacità di amare, ma anche la consapevolezza di essersi addentrato in un viaggio infernale, in una dualità tra un ideale d' amore ( quello di Sofia ) ed un possibile romanticismo immediatamente sopito ( il proprio ).
Percorriamo un giuoco di specchi, un viaggio psicologico e sentimentale del profondo, ed i due protagonisti, perche' Corrado sarà piuttosto defilato, sono le maschere di un mondo, maschile e femminile, antitetico e complementare, cinico e sognatore, e di un rapporto che si nutre della propria sofferenza, anche passata e che da un lato avrà modo di maturare attraverso l' esperienza, dall' altro non potrà farlo per mancanza di tempo.
Ma chi è realmente Eric, un individuo cinico e misogino, un freddo calcolatore, un equilibrista della vita, o in fondo un aspirante romantico, un sognatore?
Non è affetto da quella apparente noncuranza che vorrebbe mostrare, ne' si mantiene a latere, se non per il proprio ruolo operativo, ha una affezione incondizionata per Sofia,( che definisce fraterna ) i due sono complementari, vicini pur nella diversità ideologica, politica, con un legame sentimentale, diversamente gelosi, affranti dalla propria unicità.
Sofia " odia tutto quello che lui rappresenta, salvo lui stesso ". In lei rimane e ritorna un passato sofferto, un' innocenza violata ( non dimentichiamoci della guerra con le proprie bestialità) che rimuoverà grazie all' idea dell' amore. Ma " la tenerezza umana ha bisogno di una cintura di solitudine e di un minimo di calma. "
Durante la lettura scorrono e si rincorrono visioni oniriche, sentimentalismi, amore e odio, perché " ogni perdita diviene conquista". Lo sfondo storico, pur così importante, è volutamente accantonato, la centralità della storia risiede altrove.
La scrittura è splendida, tormentata, palpitante, ogni espressione nasconde un mondo, apre una traccia, e la figura di Sofia è un gioiello descrittivo di un universo femminile che " non riesce a vivere nella solitudine ed immancabilmente la saccheggia ", che antepone l' oggetto del proprio amore al senso del vivere e che da' tutto di se' per un ideale agognato.
Alla fine non ci sarà, se non oggettivamente, un vincitore ed un vinto ( come nella guerra ), resterà un vuoto insondabile ed un senso di pienezza emotiva, quella precisa richiesta diverrà la propria condanna, l' amore si farà eterno rimorso, la vittima si trasformerà in carnefice, le figure ed i sentimenti si confonderanno nell' ambiguità di un destino segnato, odio ed amore si uniranno in un ineffabile senso di sconfitta e nello scorrere misterioso della esistenza.
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Commenti
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Anche a me il libro è piaciuto, ma meno di altri testi della Yourcenar, magnifica scrittrice. Se t'interessa una notevole biografia su di lei, ti segnalo quella della Savigneau ("L'invenzione di una vita: Marguerite Yourcenar").
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