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Un giorno di festa
 
Un giorno di festa 2016-08-23 17:54:22 68
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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68 Opinione inserita da 68    23 Agosto, 2016
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Scrittura e vita, quale parallelismo?

C'è un prima ed un dopo, in questo breve romanzo, una linea di confine che segna una vita, un evento drammatico ed inspiegabile che anticipa ed indirizza un futuro altrimenti diverso.
Vi è una eroina romantica, quella che poi diventera' una famosa scrittrice, Jane Fairchild, con una vita tormentata, sofferta, segnata da un destino crudele, lei orfana, cameriera al servizio di un nobile casato nei primi decenni del '900, amante da sette anni di Paul, giovane rampollo della famiglia Sheringham prossimo al matrimonio.
Jane e' sola, vive con tormento le proprie emozioni ed in particolare quella data, il Mothering Sunday, ( siamo nel 1924 ) giorno di libertà che avrebbe trascorso in solitudine, nella quiete della campagna, abbracciata ad uno dei suoi amati libri, se non avesse ricevuto quella telefonata.
E' una Inghilterra uscita malconcia dalla prima guerra mondiale, che piange i propri morti ed ancora divisa da rigide regole di tradizione e separazione di sessi e classi sociali ed ammantata di un rigido perbenismo nelle classi più abbienti.
Il piano narrativo evidenzia una vicenda autobiografica che non può svelare completamente la verità all' interno del romanzo ma solo ai lettori, ed il desiderio di riavvolgere il nastro di una vita che sarebbe stata ricca di soddisfazioni, quel talento letterario ancora inespresso e solo sopito, pronto a spiccare il volo e a raggiungere la gloria nella contemporaneità.
Vi è un tentativo di capire e spiegare il senso della letteratura, la nascita di uno scrittore, quali i propri mentori, le inclinazioni profonde, i punti di riferimento, anche letterari.
Vi è una risposta ed una ammissione, ovvero che lo scrittore e' alla ricerca di un linguaggio comune, universale, cercando di spiegare che cosa si provi ad essere vivi, rispettando la natura più profonda dell' esistenza, per capire e rivelare, alla fine, l' insondabilita' ed il mistero del reale.
Tra le pagine un racconto nel racconto, o forse due tracce separate, distinte ma consequenziali. Una prima parte che ci parla di un mondo e di una storia, arricchita da descrizioni oggettive e da considerazioni soggettive, laddove i personaggi che ruotano attorno a Jane sono figure di contorno, sovrastate dall' eccesso di ego della protagonista, tanto che l'immagine dell' amato Paul appare romanzata, flebile, dissolta nell' immaginazione sconfinata della stessa.
Ma Jane dubita di se stessa e delle proprie dissertazioni, trattasi di realta' o di finzione letteraria?
E quanto di vero o presunto, o solo immaginato o distorto nella mente dell' autrice, e quale realta' percepita dai più?
Forse alla fine tutto è romanzo, finzione, o al contrario verita', fatti realmente accaduti e racconto di se'. Lo scrittore fa questo, assapora ed assorbe i contenuti di una vita, li fa propri e li trasforma in letteratura.
" In fondo essere scrittori non consisteva nell' abbracciare la vita in tutta la propria complessità? Ed abbracciarla non era anche il senso ultimo della vita stessa? "
È un romanzo che affronta in un lungo monologo la storia della protagonista, radiografandone l' esistenza, sconfinando in tematiche vaste, elaborate e sviscerate in poche pagine, dando un' idea di complessita' non sempre adeguatamente rappresentata.
Vi è una tendenza estetica straripante, uno stile che sa di ottocentesca memoria, un groviglio psicologico che parte da lontano, si smarrisce e ritorna, ma si ha l' impressione di troppa carne al fuoco, a rischio smarrimento.
Interessante quel filo della memoria, quella rappresentazione e confluenza di più' storie in un' unica storia, alternando presente, passato e trapassato, quel vivere una sessione psicoanalitica di se' e non se', e quell' universo parallelo di passione ed ispirazione letteraria ( si parla di Konrad come figura di riferimento).
In conclusione, una lettura che, a tratti, da' degli spunti di riflessione, ma nel complesso non mi pare un testo imprescindibile ne' degno della fama del proprio autore.

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Commenti

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Ma come? Tutta questa recensione che incuriosisce e appassiona alla storia e poi il libro non lo consigli???
In risposta ad un precedente commento
68
24 Agosto, 2016
Ultimo aggiornamento:
24 Agosto, 2016
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Ho letto il libro in riferimento ad alcune recensioni che ne tessevano le lodi, in particolare per lo
stile dell' autore che lo collocava tra i grandi della letteratura contemporanea. Non è un testo che sconsiglio, ripeto, i temi trattati e la narrazione hanno spunti interessanti, ma non tali da giustificare una tale gloria letteraria!!! Mi spiego meglio: la completezza e bellezza di un testo riguarda molteplici aspetti, alcuni dei quali nel suddetto testo ben rappresentati ( la trama nella trama, il flusso dei ricordi,il senso dello scrivere)altri no ( eccesso di temi, scrittura stereotipata, confusione), quindi accettabile, non imperdibile!!! Voto complessivo 3 Puo' essere letto o non letto
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