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ESALTANTE, EMOZIONANTE, PERSINO COMMOVENTE
Conoscevo Wilbur Smith solo di nome quando una mia amica mi ha di fatto costretto a tentare la lettura del Dio del Fiume. L'ambientazione egizia mi affascinava molto e devo dire che ne sono rimasto clamorosamente soddisfatto, oltre ogni mia aspettativa. Tre protagonisti, tre figure eroiche e fragili, divine ma tremendamente umane, caratterizzate da Smith in maniera semplicemente strepitosa. Taita, lo schiavo colto e un po' superbo, un po' padre un po' innamorato della sua padrona, protagonista assoluto a cui è affidata la narrazione. Tanus, il guerriero quasi perfetto, ma perso in una struggente e impossibile storia d'amore con la donna del Faraone. E infine il personaggio che più mi è rimasto nel cuore, meraviglioso nelle sue sfaccettature, donna forte e dolce bambina, Lostris. E' lei a subire il cambiamento più incredibile nel corso del libro (una emozionante avventura di sconfitta, redenzione, ritorno e rivincita lunga oltre 20 anni), passando dall'essere una ragazzina furba ma un po' "figlia dei fiori" ad una Regina in esilio giusta, amorevole, umanissima ma monumentale nella sua grandezza, che affronta le enormi difficoltà che le vengono poste davanti con spirito e sacrificio; una figura che diventerà leggenda per i discendenti del popolo egizio. Il suo amore si divide verso i due uomini, per Tanus come una passione travolgente e inestinguibile, per Taita sotto forma di legame affettivo profondissimo. La storia si dipana con grande facilità lungo le oltre 500 pagine e si chiude in un finale struggente e malinconico, ma allo stesso tempo bellissimo.