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Acciaio contro acciaio
 
Acciaio contro acciaio 2016-07-05 17:56:35 annamariabalzano43
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
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Contenuto 
 
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4.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    05 Luglio, 2016
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Codice d'onore

Ci sono valori e principi imprescindibili che costituiscono il codice d’onore di ogni individuo rispettabile. Eppure esistono casi in cui trasgredire può divenire una necessità.
Nella storia passata, come in quella presente e contemporanea, abbiamo assistito a eventi che hanno trascinato il mondo in guerre, persecuzioni, stragi che hanno annientato generazioni e generato grande dolore.
Si è molto discusso sulla opportunità di ubbidire a ordini aberranti, in virtù del fatto che dovere di un soldato è l’obbedienza. Si è giunti alla conclusione più o meno unanime che ignorare simili ordini sia non solo opportuno, ma dovere di ogni soldato coscienzioso.
Cosa dire poi della diserzione, atto di codardia che lascia ad altri responsabilità che non si sente di assumersi? Come valutare questa decisione quando essa sia stata maturata dopo aver assistito a un susseguirsi di ingiustizie, di punizioni immeritate, e aver realizzato di essere costretti a combattere per un fine che non si condivide, per una patria che non è la propria e che ti perseguita? Pur rimanendo la diserzione un atto ignobile nella sua essenza, ad esso si può talvolta concedere qualche attenuante. È questo il motivo per cui il lettore è portato a guardare costantemente con simpatia al personaggio del giovane Lerner, protagonista del romanzo “Acciaio contro acciaio” di Israel Joshua Singer, pubblicato per la prima volta nel 1927.
Lerner, infatti, ebreo polacco, trovatosi coinvolto nella catastrofe della prima guerra mondiale, arruolato nelle fila dell’esercito russo, stanco delle sopraffazioni subite, rifiuta di continuare una guerra che non capisce e diserta, affrontando una serie di rischi e pericoli che possono costituire una minaccia anche per la famiglia dello zio Reb Baruch Yosef che lo ospita. Il destino di Lerner è quello di molti ebrei vissuti in quell’epoca e in quella zona di Europa ambita dalla Russia da un lato e dalla Germania dall’altro. La peregrinazione di Lerner, dunque, lo pone di fronte a molteplici minacce e lo porta a contatto con moltitudini di diseredati, poveri lerci individui, avvezzi a traffici di ogni genere. È un mondo degradato e privo di speranza, quello descritto da Singer in questo romanzo: un’umanità preda di loschi individui che non esitano a farne oggetto di guadagno. Lerner e Gitta, la giovane cugina che lo ama sin dall’infanzia, sono gli unici che si dedicano disinteressatamente ai più deboli.
Con grande sensibilità Singer descrive le figure femminili, spesso prostitute costrette a umilianti esibizioni, talvolta giovani oneste e abusate come la stessa Gitta.
È la storia del primo ventennio del novecento che fa da sfondo a questo romanzo ed emerge chiaramente il contrasto con il popolo tedesco e la diffidenza per il popolo russo. Nelle ultime pagine la rivoluzione del ’17. Per Lerner è la speranza di una vita migliore.

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Commenti

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Bellissima recensione, Anna Maria. Penso di leggerlo, mi interessa l'argomento.
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
06 Luglio, 2016
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Mi associo, sembra proprio interessante.
Grazie Laura. L'ho trovato più piacevole de La pecora nera e Yoshe Kalb ma meno bello de La famiglia Karnowski. Comunque da leggere.
Si Mario, come dicevo a Laura, più piacevole de La pecora nera e Yoshe Kalb, ma meno bello de La famiglia Karnowski. Buona lettura.
Sempre belle recensioni, Anna Maria!
Su questo autore ho delle perplessità dopo aver letto "La famiglia K..." , libro che ho trovato non molto convincente, come scritto da una mano pesante.
Grazie Emilio. Capisco le tue perplessità, anche se ritengo che "La famiglia K.." sia il migliore di Singer. Suppongo dunque che gli altri ti piacerebbero ancor meno...in effetti la mano è ancora più pesante. Tuttavia sono romanzi estremamente interessanti come testimonianza di un'epoca e di un certo tipo di ambiente, società e politica...
Il tuo preambolo mi ha fatto venire in mente "Orizzonti di gloria" di Kubrick, un capolavoro sull'assurdità della guerra e dell'obbedienza ad ordini folli. Ottima recensione.
Grazie Rollo. Non mi sembra di aver visto questo film di Kubrick. Lo cercherò perché mi interessa. Questo è un argomento spinoso che mi sta molto a cuore.
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