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Nè carne nè pesce
Contiene spoiler
Londra, 1940. Per combattere il nazismo tedesco, Churchill crea la SOE, una società di servizi segreti inglesi incaricata di azioni di sabotaggio e intelligence tra le linee nemiche. Questa è composta da persone tra le più insospettabili provenienti da tutta Europa che si preparano ad affrontare il nemico comune.
Seppure a me non abbia fatto impazzire, l’argomento può suscitare un particolare interesse negli appassionati di romanzi storici; il romanzo di Joel Dicker è infatti uno dei primi libri che trattano della relazione tra Resistenza e Inghilterra e dello spionaggio inglese.
I dieci protagonisti sono tutti alle prime armi e decidono di arruolarsi per fare la differenza e combattere da veri Uomini.
Il romanzo pecca di qualche lentezza nella prima parte: si dilunga eccessivamente nel racconto dei metodi di addestramento degli agenti e poi va a concentrarsi sui racconti dei dieci ragazzi. Si viene a conoscenza di ciò che li ha spinti ad arruolarsi e delle loro paure (c’è chi teme di non essere amato, chi teme di rimanere solo e chi ancora di non fare la differenza). I racconti non sono particolarmente interessanti e non si riesce a creare sintonia con i protagonisti.
Ruolo rilevante ha il rapporto tra il francese Paul Emile e il padre: l’amore per quest’ultimo spinge il figlio a sacrificare gli amici e la donna amata e infine a sacrificare se stesso.
Personalmente, dopo aver letto “La verità sul caso Harry Quebert” avevo delle aspettative altissime che però non sono state soddisfatte. Non è né carne né pesce: parte con l’idea di essere un romanzo storico, ma poi a mio parere si discosta dall’obiettivo; d’altro canto non è nemmeno un romanzo di formazione poiché, anche se i personaggi crescono e cambiano nel corso della narrazione, alla fine non mi hanno lasciato niente e sono rimasti come degli estranei.
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