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il filo tra l'uomo e la natura
I Goodenough sono una famiglia estremamente passionale, immersa in un luogo oscuro e maledetto: la Foresta Nera. Proprio questa natura così conturbante pervade e condiziona la famiglia, la loro vita, i loro animi e rende le loro storie racconti di morte. In seguito ad una serie di disastri familiari, il nido si frantuma e dei Goodenough avviene una diaspora, o meglio: una vera e propria "selezione naturale".
Ciò che prevale in questo racconto a mio dire, è l'imprescindibile filo che esiste tra l'uomo e la natura, e di cui molto spesso ci dimentichiamo. I Goodenough vivono in una realtà bucolica ma al tempo stesso contrastante: se la natura assume il ruolo di "madre", come un'anima da proteggere, conoscere e raccontare, in un rapporto simbiotico e quasi spiritale, la natura stessa diviene al medesimo tempo uno nemica mortale ed assassina.
Lo scenario storico è quello dell'America ai suoi albori,dei pionieri e dei cercatori di fortuna che sfidano la natura per una lotta per la sopravvivenza che rende la storia dell'America una sfida unica verso il successo, nella storia dell'uomo. La durezza e la vittoria hanno fin da subito connotato la storia moderna di questo paese e performato il suo avvenire, sempre pronto ad adattarsi, a lottare, a vincere.
Non possiamo guardare all'evoluzione di una società se non comprendiamo la relazione che essa ha intessuto da subito con il suo ambiente.
Personaggi, storie, fatti, ambienti, sentimenti sono veri e duri ma il tocco con cui vengono narranti resta quello unico dell'autrice:candido di delicatezza. Anche nel momento in cui la vita sembra mostrare la sua mano più tragica e spietata, Tracy Chevalier sembra mantenere la dignitità davanti al dolore che la rende unica, senza mai abbandonare l'intensità dei sentimenti e la concretezza dei personaggi
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