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Interessante
Dopo aver letto "il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" pensavo che non avrei letto storie così particolari e articolate. Invece, sin dal principio, questo romanzo mi ha stupito per la capacità che ogni piccolo evento del passato, vissuto dal protagonista, si ripresenta con devastante effetto farfalla.
La prima cosa che in realtà mi ha fatto sorridere sono stati i tanti nomi o soprannomi Mexican attribuiti spesso a difetti fisici o ad atteggiamenti particolari, questo ha ricordato molto la mia provenienza meridionale dove ancora tanti sono conosciuti più per il proprio soprannome che per il nome stesso.
Il romanzo è stato consistente come i pranzi e le cene di questi periodi di vacanze. Partendo dall'infanzia di Mixtli, si percorre un lungo viaggio fatto di tradizioni, peripezie e di caparbietà fino ad arrivare all'invasioni spagnole che con la fede e le armi spazzano via i vecchi miti aztechi per imporne dei nuovi.
Molto interessante ma dallo stile troppo documentaristico. Nonostante la storia incredibile di Mixtli non mi ha rapito il modo in cui è stata raccontata ma è inevitabile continuare a leggere per conoscere fino ai più piccoli particolari di queste civiltà ormai scomparse. Infatti è stato molto affascinante venire a conoscenza delle antiche arti manifatturiere e delle loro costumanze. C'è tanto altro da imparare da questo nobile popolo.
La considerazione che hanno dei più poveri, per esempio, rendendo i primi filari delle coltivazioni disponibili per gli affamati, la capacità di capire che l'onestà nel commercio va a beneficio di tutti. Ma anche la semplice ed imbarazzante assenza di pudore nel descrivere le pratiche sessuali più spinte e l'intraprendenza con la quale mangiano qualsiasi essere vivente (dall'armadillo all'uomo passando per l'iguana).