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La sposa birmana
 
La sposa birmana 2015-12-07 11:19:05 C.U.B.
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    07 Dicembre, 2015
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Una sposa di Birmania

E’ fondamentale sapere che Ma Ma Lay, nata nel 1917, fu una scrittrice e giornalista birmana sostenitrice della causa femminile e ardente nazionalista, in forte opposizione al colonialismo britannico e all’imperialismo giapponese.
Per il suo fervore politico contro la dittatura militare ella venne arrestata e mori’ dopo quattro anni di prigionia, probabilmente a causa dei maltrattamenti subiti.
La biografia e’ necessaria a contestualizzare il racconto, che il lettore consapevole non considerera’ piu’ mera narrativa ma una vicenda realistica , finalizzata a diffondere un periodo sociale ma anche il disprezzo ed il dolore dell’autrice verso un processo che incita al soffocamento di un popolo.
Tutto cio’ e’ qui espresso attraverso la storia della giovane Wai Wai, proveniente da una famiglia naturalmente legata alla tradizione nativa, che per amore sceglie di sposare un ricco ed influente connazionale completamente soggiogato dalla cultura inglese .
Sono gli anni Quaranta del secolo scorso, piacevole nel lavoro di Ma Ma Lay conoscere il popolo birmano non con una macro narrazione degli eventi ma in una nicchia famigliare molto ben rappresentata. Spicca infatti il colonialismo attraverso le soffocanti imposizioni dello sposo filo inglese, la rivolta sindacale mediante le manifestazioni del fratello di Wai Wai, la condizione della donna per mezzo dei tanti personaggi femminili del testo.
La scrittura abbastanza legnosa non e’ particolarmente degna di nota, bello invece assaporare i bei profili tracciati dalla scrittrice e assorbire la cultura di un popolo dolce dalle tradizioni amene e affascinanti, da tanto tempo oppresso e censurato.
Esteticamente poco rilevante eppure sentito e significativo. Buona lettura.

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Commenti

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Recensione interessante. Non conosco però la scrittrice.
ben vengano certe letture, come omaggio doveroso a chi ha perso la vita a causa di una dittatura
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