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Passioni durante la Storia
Romanzo interessante: la Storia si studia anche così, attraverso le storie di Ksenija Fëdorovna Osolin e Max von Passau. Mentre i due innamorati si cercano e si cercano e si tormentano e si tormentano - perché se no che grande amore sarebbe ?! – le lettrici attraversano vicende, usi e costumi, odi e vergogne, ideologie e impegno politico di un periodo d’ombre oscure, dal febbraio del ‘17 all’aprile del ’45.
Parigi, San Pietroburgo, Berlino e poi ancora Parigi, per sempre: scenari di una relazione artistica a lungo custodita in un’epoca che, proprio attraverso la sua ferocia, ha visto maturare tenacemente le sue luci, le ragioni per continuare a coltivare la speranza.
Sono le relazioni sane che salvano l’umanità, il cercarsi volto a volto, parola a parola, in un confronto e in un conflitto di generazione e di genere che costruiscono ipotesi nuove di discorsi femminili e maschili e non solo antropologie che confermano il predominio sessista di un genere soltanto.
Le donne studiose, scrittrici accurate e serie ci invitano e volentieri noi lettrici rispondiamo.
“…la vita è quella fiamma che guida ciascuno di noi. È credere in qualcosa che non per forza deve essere tangibile, in qualcosa che non si misura ma che c’ispira e ci permette di diventare migliori di ciò che siamo…” (p.329)
“Il generale era accasciato di traverso sulla poltrona. Metà della faccia era stata squarciata dalle pallottole. Un occhio era scomparso. Parte del cranio e del cervello erano schizzati sullo schienale della poltrona. Era indecente, osceno. Pietrificata, Ksenija si rese conto che stava osservando l’interno stesso di suo padre….. inorridita, i pugni stretti, rovesciò indietro la testa. Un urlo eruppe dalle sue viscere, un grido venuto dalle tenebre che le squarciò il ventre e i polmoni e le dilaniò le corde vocali, quel genere di urlo che arriva da un tempo immemore, un tempo che precede qualunque nascita, che precede anche la prima luce del mondo, un urlo che sa di terra e di cenere, di sepoltura.” (p.31)
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