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L'incisore di Lione
 
L'incisore di Lione 2015-09-27 17:54:54 sonia fascendini
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    27 Settembre, 2015
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Corsi e ricorsi storici

Siamo nel 1500, nel pieno delle lotte religiose tra cattolici e i vari dissidenti che chiedono riforme drastiche. Dall'una e dall'altra parte molte sono le diferenze tra quanto succede in privato e in pubblico. Molte sono anche le differenze tra quanto si predica, a seconda che si debba condannare i nemici o giustificare gesti pubblici aberranti.
In questo clima cresce, ed ha un duro contatto con la realtà Bernd Rothmann, figlio di un incisore che ha come colpa quella di attirare la lasciva attenzione del vescovo di Munster. Il carnefice sarà in seguito punito dalla sua vittima con una vergogna pubblica. Niente, sarà però rispetto a quanto succederà nei mesi successivi nella città. Il borgo sarà colpito da un vortice di violenza incontrollata, dapprima giustificata dall'intenzione di ripulire la Chiesa, in seguito lasciata a sè stessa, come un mostro che cresce e si nutre grazie alle sofferenze più atroci. Il romanzo ci fa fare un salto di diciotto anni: adesso ci troviamo nelle segrete dove i boia al servizio dell'inquisizione estorcono la confessione di reati inesistenti a prigionieri ormai desiderosi solo di morire. Per ordine di uno di questi inquisitori partono le indagini alla ricerca dell'autore di un volume sovversivo. A svolgerle sarà un personaggio già da noi inocntrato nelle pagine precedenti: ripulito e con un nuovo nome non fa sospettare nulla del suo tumultuoso passato.
La trama di questo libro non è di per sè un gran che. Ci sono poche sorprese e anche quelle mi sembrano poche credibiòli. Inoltre a tratti si fa fatica a seguire le vicende private dei protagonisti. E' invece molto curata, e secondo me da sola merita la lettura del romanzo, la ricostruzione storica. L'autore espone alcune delle teorie dei riformatori in modo semplice e comprensivo. Il clima di cospirazione che non mette nessuno al sicuro è reso molto bene. Così come è resa bene l'assenza del diritto di pensiero e men che meno di un diritto di usare la nascente stampa. Infine l'abuso che ancora oggi tiene sotto scacco il mondo: la giustificazione di atti di violenza inimmaginabili attraverso una interpretazione deviata dei testi sacri.

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