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PERDERSI NEL TEMPO
«Il tempo è un luogo dove ci si può perdere» dice un ‘immaginario Shakespeare ad Alice Nutter, la protagonista del romanzo di Jeanette Winterson, classe 1959 considerata una della più importanti scrittrici inglesi della sua generazione. E per prendere sul serio “Il cancello del crepuscolo” devi anche tu perderti nel tempo, negli stessi luoghi e nelle stesse vicende nella quali si è smarrita l’autrice, varcando il cancello del crepuscolo dove luce e ragione non possono più difenderci: siamo infatti nel Lanchaschire agli inizi del ‘600 dove un gruppo di donne, accusate di essere streghe, viene processato e condannato a morte. Il Lanchaschire costituì anche un rifugio per i sostenitori del papato e del cattolicesimo che avevano preso parte alla Congiura delle Polveri contro il re protestante Giacomo I. Questo il contesto nella quale la Winterson inserisce un intreccio dove fra i protagonisti ci sono il diavolo a caccia di anime, due donne che si amano e si odiano, elisir di giovinezza, teste parlanti, fanatismo, sabba, scene raccapriccianti di lingue mozzate e battute spiritose dell'autore dell'"Amleto" contro funzionari fanatici e sprovvisti d’ironia. Le 150 pagine di copione scorrono via veloci, senza lungaggini, e alla fine ti chiedi se l’autrice volesse prendere in giro la ragione o la superstizione.