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…di libri perfetti...
Ecco "Il Romanzo", ovvero quel libro che avrei voluto leggere da tantissimi anni e che mi ha tenuto impegnata per settimane, anzi posso dire, citando il titolo, mi ha davvero "posseduto".
"Possessione" è un'opera monumentale, difficile, colta, corposa, che risucchia il lettore nelle sue pagine e chiede da lui un grande sforzo di concentrazione e comprensione; allo stesso tempo è un capolavoro, un romanzo così bello che appena chiuso viene voglia di riaprirlo e ripartire dall'inizio per cogliere tutte le sue mille sfaccettature.
Qualche cenno alla trama:
Lo studioso Roland Mitchell scopre fortunosamente un carteggio sconosciuto appartenuto al poeta vittoriano Randolph Henry Ash. Nel tentativo di scoprire il destinatario della missiva chiede aiuto alla studiosa femminista Maud Bailey. I due scoprono insieme la relazione segreta intercorsa un secolo prima tra il poeta e la poetessa Christabel La Motte, in una corsa contro il tempo per trovare tutti gli indizi e ricostruire questo intreccio inedito prima di altri studiosi, ossessionati anch'essi dai due poeti. Le vicende vittoriano si legano a doppio filo con il presente, Roland e Maud finiranno per essere al tempo stesso investigatori e innamorati in un magistrale gioco di rimandi tra presente e passato.
Questo il plot in poche righe, comunque inadeguate a descrivere appieno un romanzo tanto complesso e sfaccettato.
"Possessione" (1990) è un perfetto romanzo postmoderno, tanto è vero che Wikipedia dice fu scritto in "risposta" a "La moglie del tenente francese" di John Fowles, altro caposaldo del movimento (opera da recuperare assolutamente come il relativo film con Meryl Steep).
L'autrice è immensamente brava ad infarcire la sua opera con tutte le caratteristiche tipiche della corrente, infatti ciò che rende il romanzo tanto speciale e allo stesso tempo tanto corposo, è il suo essere costituito da frammenti di lettere, diari, trattati, poesie, favole, interi poemi appartenuti ai due poeti vittoriani Ash e La Motte, così che la romantica e celata storia del passato si dispiega davanti ai nostri occhi e diventa attuale, moderna, il rovescio della medaglia della relazione tra Roland e Maud.
Viene proprio da chiedersi se i due poeti vittoriani siano realmente esistiti, dal momento che essi appaiono al lettore così veri, vivi, pieni di vitalità. Invece la Byatt è riuscita a creare un mondo che è tutto interno alla sua fantasia. Ash e La Motte sono il frutto della sua incredibile creatività, ma prendono vita dalle pagine del suo romanzo, tanto da sembrare a più riprese, quasi più vivi di alcuni studiosi che liindagano da anni, che ne hanno fatto la loro unica e sola ragione di vita, e sono diventati più ammuffiti e stantii dei documenti che cercano ossessivamente di catalogare.
Questo ci porta a parlare di un'altra tematica del romanzo, ovvero la dura critica della Byatt nei confronti degli studi accademici. Il libro è pieno di ricercatori ossessionati, "posseduti", dagli autori che studiano e di cui curano il lascito. Essi considerano gli autori del passato come una loro proprietà, ne collezionano ossessivamente gli oggetti più insignificanti, in una gara anche sleale per avere ogni cimelio. Nessuno è immune da questo innamoramento malsano per l'oggetto delle proprie ricerche e il primo ad esserne posseduto è proprio il protagonista, Roland. Egli trova per primo le lettere inedite di Ash e invece di metterle a disposizione del dipartimento per cui lavora, le cela al pubblico nel tentativo di ricostruire autonomamente l'intreccio inedito e romantico tra il suo autore di culto e la sua misteriosa amante, sperando in cuor suo di riuscire a dare una svolta alla sua vita accademica scialba e senza apparenti possibilità di miglioramento.
La parola chiave del romanzo fin dal titolo è appunto possedere: possedere oggetti del passato e farne la proprio ragione di vita. Trovare il senso della propria esistenza attraverso cimeli del passato, vivendo quindi in quel passato anziché nel presente. Questo è quello che fanno tutti i personaggi delle pagine della Byatt, vivono rinchiusi nei loro polverosi uffici, topi di biblioteca senza più nessun contatto con il presente, uomini e donne di oggi completamente risucchiati dal secolo precedente.
"Possessione" è come un diamante, stupendo, prezioso e dalle mille sfaccettature. A seconda di come lo si guarda assume un aspetto diverso.
È una doppia storia romantica che intreccia passato e presente, è una critica al mondo accademico e universitario, è una perfetta (e insieme fittizia) ricostruzione storica di due poeti vittoriani, è perfino un thriller farcito di colpi di scena, corse contro il tempo e rocambolesco finale con disvelamento della verità.
Tutto ciò lo rende il capolavoro che è.
Vi consiglio di leggerlo e soprattutto di non lasciarvi intimorire dalle digressioni che lo possono far apparire prolisso e noioso. Se saprete insistere e riuscirete a scalfirne la superficie scoprirete che oggetto prezioso sia.
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Commenti
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Anche a me il libro è piaciuto moltissimo. La capacità dell'autrice di usare registri diversi di scrittura è stupefacente: in particolare i testi presentati come 'documenti' emanano davvero un grande fascino. Poi la leggenda nordica della fata Melusina ... Insomma, penso si tratti proprio di un romanzo da non lasciar cadere nella massa di libri destinati al buio
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Laura