Dettagli Recensione
Nulla dies sine linea
Esiste un processo inverso, l'unico sistema operativo che in qualche modo ci metta a contatto con coloro che furono geni incompresi.
Si tratta di una caratteristica inibita al presente, di sola competenza dei posteri, diversamente staremmo parlando di artisti di successo.
Questo meccanismo e' figlio della letteratura ed il genio a cui alludo e' un prolifico artefice delle piu' inestimabili opere d'arte esposte nei principali musei del mondo : Vincent Van Gogh.
Piu' che una stretta biografia definirei il volume un "romanzo biografato", non per sminuire l'opera di Stone ma per sottolinearne la piacevole leggerezza. Slegato da una bibliografia accanita e dal legame esplicito di date ed eventi, il libro si propone di affondare e librarsi amabilmente nella ricostruzione di quello che fu l'Olandese, avvolto dai suoi tempi, ma soprattutto dalla sua missione: la pittura.
Isolato, incompreso, beffeggiato dalla critica e ridotto alla fame per tutta la vita, egli testardo non volle mai rinunciare alla forma di ricchezza a lui piu' affine, ossia la sua espressione artistica.
Cantore della terra e dei contadini, dei soggetti nella loro essenza priva di artifizi, di un girasole, un cipresso, della fusione di uomo e ambiente in un'immagine avvenieristica in quel tempo dove il culto della bellezza dettava le regole del successo, egli riusci' a proseguire soprattutto grazie all'aiuto economico dell'amato fratello minore.
Cosi' Irving Stone ci propone Van Gogh, nel suo percorso geografico attraverso Belgio, Olanda, Inghilterra e Francia che si rivela anche un processo sulla tela, l'evoluzione della tecnica ed il variare dei soggetti che cambiano coi luoghi ritratti. Dai primi disegni a matita alle tavole che mostrano i poveri contadini dei Paesi Bassi , il periodo parigino e la scoperta dei nuovi impressionisti Rousseau, Lautrec, Gauiguin come lui repulsi dalla gloria ma accaniti a tessere tele di rafia che il tempo poi posera' sulle labbra di Re Mida.
Arles ed i colori del sole, la depressione, l'epilessia, l'ospedale psichiatrico. Ed infine la tomba, la terra che di nuovo si fonde con l'uomo, coi suoi colori e spessori, coi riflessi e le sfumature, lo stesso pennello che ritrae entrambi per sempre, come nei suoi quadri.
Libro corposo ma scorrevole, la ricostruzione della brama di vivere di Van Gogh e' raccontata con estro narrativo e sensibilita', in un approccio che arricchisce il fruitore di una chiave di lettura anche artistica. Se infatti la bellezza estetica e' soggettiva, l'emozione artistica puo' essere indotta. Ecco perche' conoscere la vita di un immortale puo' dischiuderci le porte di un brivido, indugiando su un dipinto che prima, diversamente, non avremmo potuto cogliere.
Interessante e piacevole, una penna divulgativa appassionata ed emozionante. Buona lettura.
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Io mi sono persa solo una volta ad ammirare i suoi disegni, molto tempo fa, non nego che mi batteva il cuore a guardare i girasoli :))
Io ho amato questo romanzo perchè conoscevo pochissimo la vita privata ed artistica di Van Gogh e mi è servito tantissimo per colmare la lacuna; speravo che anche tu lo apprezzassi e così è stato! sono stracontenta
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;-)