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LA LADRA DI LIBRI
Questo libro non è stato per me un amore a prima vista, come invece mi è capitato con altre letture, ma comunque lo considero nel complesso positivamente.
Mi aspettavo un romanzo con una normale architettura narrativa, invece mi sono trovato di fronte ad un libro completamente diverso, anche dal punto di vista grafico, con l’inserimento di disegni sottotitolati, glossario e quant’altro. Ma la cosa che forse mi ha spiazzato maggiormente è stata la voce narrante del romanzo, che per molte pagine ho faticato ad accettare, considerando anche la tipologia del romanzo. Non voglio però rivelarne l’identità per non rovinare la sorpresa a chi ancora lo deve leggere. Comunque dopo poche pagine ci si rende conto!
I contenuti del romanzo sono sicuramente importanti, anche se raccontati in modo abbastanza superficiale. Quello che invece bisogna riconoscere a questo libro è la scelta da parte dell’autore di raccontarci la seconda guerra dalla parte del popolo tedesco, con una prospettiva interessante e poco sfruttata. Troppo spesso etichettato come complice e fedele sostenitore delle idee del loro leader Hitler, in realtà una parte del popolo tedesco era vittima del nazismo. La protagonista di questo libro “la ladra di libri” e la sua famiglia fanno parte di quei tanti tedeschi che erano costretti ad accettare tutto quello che il regime decideva, senza aver potuto esprimere le proprie opinioni. Il passaggio degli ebrei, diretti verso il campo di concentramento di Dachau erano per alcuni tedeschi una vera sofferenza, senza poter però intervenire in loro soccorso per non correre il rischio di essere considerati al loro pari. La coscienza e la pietà non hanno bandiere e confini, come invece i regimi autoritari vogliono imporre.
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Ciao, Pia.