Dettagli Recensione
I giorni dell'eternità.
Il tanto atteso “I giorni dell’eternità” è l’ultimo capitolo della nota e complessa trilogia “The Century” di Ken Follet. In 1224 pagine il britannico si mette a dura prova, lecito è il quesito: sarà all’altezza delle aspettative dopo la realizzazione di due altrettanti tomi sulla storia del ‘900, romanzi di altissimo livello, dettagliati nel midollo, argomentati con maestria e delineati con la penna di uno dei più grandi autori del nostro tempo, o sarà vittima; come per molti altri scrittori, della maledizione del terzo e conclusivo volume con epilogo relativamente soddisfacente?
Sin dalle prime pagine il ritmo è incalzante e scorrevole, Follet non lascia spazio ai dubbi e per il lettore è esattamente come rimettere il play nel dvd messo in pausa durante la visione per quella piccola interruzione che come sempre giunge sul “più bello”; il romanzo riparte senza sbavature a pochi anni di distanza dal punto in cui si è interrotto con la ormai ventinovenne Rebecca, insegnante di lingua Russa in un istituto scolastico, convolata a nozze con Hans, un uomo che credeva essere un funzionario del Ministero di Giustizia tedesco. L’impostazione è la medesima: le 5 famiglie che conosciamo sin da “L’a Caduta dei Giganti” ci accompagnano anche in questa avventura ma diverso è lo scenario poiché sono abbandonati i temi delle Grandi Guerre presenti rispettivamente nel primo e secondo capitolo dell’opera e sono abbracciate le tematiche della Guerra Fredda, dei diritti dei neri, la caduta del muro di Berlino, la guerra del Vietnam, la dipartita del regime comunista fino ad arrivare ai giorni nostri.
Le problematiche non sono affrontate singolarmente, anzi! Lo scenario costruito riesce ad abbracciare più realtà, ad esempio, mentre da un lato l’autore narra della vicenda dei missili di Cuba del 1962 introducendo il personaggio di Fidel Castro e riportandoci a ritmi serrati le decisioni del presidente Kennedy e quelle del Primo Segretario Nikita Sergeevi? Chruš??v alternando la narrazione tra i due universi, dall’altro ci descrive la lotta dei diritti mediante la spiccata personalità di Martin Luther King (sin dalle piccole conquiste quali il sedersi liberamente su un autobus o l’aver diritto agli stessi bagni delle persone non di colore) o ancora ci offre un panorama senza mezze misure delle due Germanie così come ci mostra una Gran Bretagna dinanzi alle sue prime riforme post conflitti mondiali; una Inghilterra dove la ormai settantaquattrenne Ethel Williams poi Leckwith, lei che era una semplice governante ragazza madre, fa il suo esordio da pari promuovendo i diritti degli omosessuali, il tutto con la premessa ed il ricordo di Robert Von Ulrich il carismatico ed apprezzato gay tedesco scappato ne “L’inverno del Mondo” dalle persecuzioni naziste. Molti di voi che hanno letto le precedenti opere diranno che Follet ha sempre trattato più scenari contemporaneamente, è vero, ma in questo caso diversa è l’impostazione con cui si accinge a farlo. Non sono più i grandi paragrafi che conoscevamo, non intercorrono più un centinaio di pagine tra ciò che accade in Germania e ciò che accade negli Stati Uniti, le decisioni del presidente Kennedy sono alternate immediatamente a quelle di Nikita Sergeevi? Chruš??v: il lettore non si trova nel 2014 quando legge ma nel 1962 e percepisce sulla pelle le difficoltà di quel periodo e di quelle disposizioni.
Per semplicità di inquadramento l’opera può dirsi simbolicamente suddivisa in tre blocchi: una prima parte dove la tensione si taglia con la lama di un coltello ed è la predetta fase iniziale della Guerra Fredda, una seconda dove si crea una sorta di apparente situazione di stallo in cui tutti gli avvenimenti salienti degli anni ‘70/’80 scorrono incalzanti e dove sembra che mai potrebbero crearsi i presupposti per la fine del silente conflitto ed una terza dove muta completamente lo scenario e si aprono le prospettive della rinascita da un lato e di quei conflitti che porteranno all’attuale situazione mondiale dall’altro. Non solo, Follet riesce a mettere in evidenza anche i limiti delle super potenze che da molti sono idealizzate (es. la forte ritrosia nutrita nei confronti delle persone omosessuali e le lunghe ed osteggiate lotte per l’affermazione di qualsiasi diritto riconosciuto non da meno la cura dell’AIDS).
E’ dunque un romanzo in cui tutti possono rispecchiarsi; dai più giovani che hanno il vago ricordo di quel che è stato “Il Muro”, ai più grandi che non possono dimenticare gli anni delle censure musicali e letterali ma nemmeno dei conflitti che si sono spostati sul versante asiatico o ancora del Primo uomo sulla Luna.
Pur restando la inequivocabile penna di Follet il linguaggio si depaupera delle formalità tipiche dei primi del Novecento e degli anni ’40 giungendo ad essere più vicino alle epoche in cui è ambientato: muta in relazione allo scorrere del tempo.
A mio modesto giudizio il romanzo è ben costruito, completo ed esaustivo. Rallenta leggermente nella parte centrale, cosa che credo sia comprensibile vista la mole e le “questioni” trattate. Ne consiglio la lettura a tutti, non solo a chi ha letto i precedenti volumi perché lo scrittore riesce a spiegare la storia in modo da farla apprezzare anche a chi non è amante del genere e soprattutto perché permette al lettore di farsi un’idea sua, non influenzata dalle parole di chi scrive. La persona che si accinge a sfogliare le pagine di questa trilogia, riscopre passaggi del nostro passato a cui non aveva dato peso o che semplicemente non erano stati trattati nel percorso scolastico formativo o che meramente non era ancora in grado di notare a quel tempo. E’ un’opera minuziosa nella sua costruzione ed emblematico è il finale: il romanzo si conclude nel 2008 con le elezioni del primo presidente di colore. Dove? Nella retrogada America. Il traguardo più grande della storia americana.
La risposta al quesito iniziale? Si. Follet mantiene alto il livello della Trilogia anche nel suo epilogo e non delude le aspettative del fedele lettore.
Indicazioni utili
- L'inverno del Mondo
- A tutti.
Commenti
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Onestamente non ho letto tutte le sue opere, nello specifico questa trilogia iniziai a leggerla su consiglio di una mia amica.. O meglio più che su consiglio, dato di fatto!! Mi piombò al corso che frequentiamo insieme direttamente con il libro e l'imperativo di leggerlo. Ti puoi immaginare...
Ma, dopo aver letto, anni prima opere quali i Fratelli Karamazov e le loro 1050 pagine microscritte in meno di un mese (20 giorni per la precisione) non potevo tirarmi indietro dinanzi alla sfida. Così ho iniziato la lettura, la curiosità è montata e alla fine ho minuziosamente affrontato tutti e tre i capitoli della saga che confesso essermi piaciuta perché i temi che tratta mi han sempre affascinata. Paradossalmente ho apprezzato più il primo e terzo libro dell'opera che il secondo che tratta la tematica che più amavo ai tempi della scuola.
Per il resto, prima di questa trilogia, avevo iniziato un'altro libro di Follet (circa 5 anni fa) ma non mi colpì molto, anzi, non ricordo nemmeno se l'ho finito! Ahahahahah!
Quindi, ti ho fatto un mezzo cornino! ahahaahha
ps. so con che spirito mi hai scritto il mex e che non era necessaria la mia lunga epopea di risposta ma era un aneddotto che mi faceva piacere raccontare e così l'ho narrato! ahahaha! Son chiaccherona, lo so. ;)
pps. Grazie per le tue parole ma soprattutto per aver letto la mia recensione nonostante Follet non rientri nei tuoi gusti (per qualche altro sito però sarebbe il libro e l'autore adatto a te :P ) e grazie di cuore per il complimento, troppo buono come sempre!
Grazie ancora!!
Io l'ho in attesa, in questo periodo sono usciti un sacco di libri bellissimi,...ed il finale della trilogia di Costantini è tra questi e lo sto finendo in questi giorni! Poi arriverò a gollett che personalmente adoro! Non vedo l'ora, grazie per questo bell'antipasto!!!
Bé, direi che non posso darti torto, :-) sia la conclusione della Trilogia di Costantini che Gollet sono succulenti, c'è solo l'imbarazzo della scelta sul -"da quale comincio"-? Tra l'altro ho letto le prime opinioni sulla conclusione della Trilogia e direi che ci ha riservato un epilogo interessante..
Aspetto le tue recensioni, curiosa di sapere le tue opinioni in proposito :-)
ps. grazie di cuore a te per aver letto il mio commento.
Spero di ricordarmi i libri precedenti perchè è passato un po' di tempo da quando ho letto il secondo...
Però, se non sbaglio, Follett da un aiuto a chi ha la memoria corta con particolari che ti rimandano alle vicende passate, succede così anche in questo ultimo libro?
insomma una sfida che hai vinto egregiamente! Scherzavo eh? non mi permetterei mai di criticare le letture altrui. Che memoria! in effetti Follett mi è stato associato da quel famoso test "facebookiano", chissà, potrei pure riprovarci ma francamente ciò che ho letto fin'ora mi lascia tiepido. Magari potrei raccogliere a mia volta questa sfida :P
Ciao!!!
Es. ad un certo punto ricompare Nelly Fordman (non ricordo il cognome preciso, abbi pazienza). Onestamente li per li non mi sovveniva chi fosse e quale fosse stato il suo ruolo ne "L'inverno del Mondo". Fortuna che Follet poche righe dopo me lo ha rimembrato (era una delle ex di Greg, quella che lo lasciò con l'insalatina quando scoprì che il giovane aveva un figlio da Jackie).
Buona Lettura! :-)
Figurati Ale, so che scherzavi, e comunque, a prescindere in ciò che hai detto non c'è né malizia né alcun male ma solo una constatazione dei fatti pura e semplice ;-)
Eheh, la mia memoria ogni tanto funziona! Chissà, potrebbe essere l'opera (anche unica) che ti farà vedere l'autore da una diversa prospettiva; o forse no. "Lo scopriremo solo vivendooooo"... ;-)
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:D scherzo, bella recensione (come al solito), brava!