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Una Chevalier atipica e decisamente suffragetta
Subito dopo la morte della regina Vittoria, avvenuta il 22 gennaio del 1901, la società inglese si apriva al rinnovamento con l'ascesa al trono di Edoardo VII e si dava l'avvio a quello che tutti inquadrano come "periodo edoardiano".
È un lasso di tempo relativamente breve, che va dal 1901 al 1910 (il tempo stesso del romanzo) ma ricco di stimoli e accadimenti.
Il movimento per il suffragio femminile, con alla testa Emmeline Pankhurst, iniziava ad imporsi pur scandalizzando l'opinione pubblica, e il piedistallo su cui era collocata la boriosa aristocrazia dai mille privilegi iniziava a traballare seriamente.
A Londra, un solo posto manteneva intatto decoro, equilibrio e un forte legame col passato: il cimitero di Highgate.
In questo luogo ovattato, umido, sacro e profano insieme, due bambine, Maude e Lavinia appartenenti a famiglie molto diverse tra loro, si incontrano e stringono un legame d'amicizia che le accompagnerà negli anni del passaggio dall'infanzia alla giovinezza.
Maude, è l'unica figlia di Kitty e Richard Coleman.
I Coleman, famiglia facoltosa, incarnano bene, col loro stile di vita alternativo e un'apertura mentale da fare invidia al nostro secolo, la modernità, l'ala progressista della società inglese.
Kitty è il perno del romanzo, è una moglie insoddisfatta, una madre distratta, una donna irrequieta in perenne ricerca di un'identità che trova solo abbracciando la causa delle suffragette, alla quale si abbandona totalmente trascurando tutto il resto.
Richard, invece, è un uomo moderato, un marito prevedibile, che si fa scudo della sua falsa integrità morale ma vuole solo compiacere e farsi apprezzare dalla moglie indifferente.
Una sfida, questa, che non vincerà mai.
Lavinia, è bella ed è figlia di Gertrude e Albert Waterhouse nonché sorella della piccola Ivy May.
I Waterhouse, occupano un gradino al di sotto dei Coleman nella scala sociale; parenti del famoso pittore preraffaellita, in essi l'ala conservatrice, la tradizione, il moralismo vittoriano, vengono ben rappresentati.
Gertrude è rigida, scruta il mondo con occhi severi, elargisce consigli ed emette giudizi.
È molto lontana da Kitty.
Anni luce.
L'amicizia delle due bambine metterà in risalto vari contrasti tra personaggi e situazioni e porterà al lettore una visione chiara e dettagliata di quella che era la vita nei diversi strati sociali.
A sorvegliare e accompagnare le bambine fin dal loro primo incontro, sarà la presenza intervallata di Simon, voce fuori dal coro, un piccolo, impertinente becchino che, insieme al padre, scava fosse ad Highgate.
Nella storia, insieme alla cameriera Jenny e alla cuoca Mrs Baker, il ragazzino ci lascia osservare la vita dello strato sociale più basso.
Questo è un romanzo storico a tutto tondo ma anche un romanzo fortemente introspettivo, che non si avvale di una vera e propria trama o di un percorso ben elaborato dallo scopo premeditato.
Attraverso i brevi punti di vista di ogni personaggio che fungono anche da capitoli, si ripercorre un pezzo di storia del paese sbirciando nel quotidiano e nell'intimità di donne, uomini e bambini che nascondono i propri segreti, i tradimenti, le angosce, le paranoie e i colpi di testa ma che restano pur sempre impegnati a tenersi a galla nel mare nero del proprio inesorabile destino.
Tracy Chevalier è abile; non tralascia nulla; si documenta e si cala nella parte e poi, con quell'eleganza che da sempre la contraddistingue, scrive pagine fluide mettendo in risalto dettagli preziosi.
Questo è un romanzo che potrebbe non piacere, che potrebbe sviare dall'idea stessa di romanzo.
È la voce di una scrittrice totalmente diversa da come siamo abituate a conoscerla ma che si fa leggere con avidità e con bruciante aspettativa.
Bisogna vivere questo romanzo al fianco di Kitty. Sarà un viaggio a tratti incompleto, velatamente passionale, fortemente drammatico e pesantemente apatico ma sicuramente intenso, singolare, inquieto. Come Kitty.
Come quelle che guardano oltre.
Buona lettura.
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Commenti
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la tua "passione british" è per me inebriante :-)
Trovo la tua recensione molto bella. Ottima l'introduzione di contestualizzazione.
@Silvia: cara Silvia arrossisco! Grazie.....amo tutto ciò che è inglese...che ci posso fare? ;)
@Annamaria: mi lusinghi cara Anna, in realtà la mia conoscenza della cultura inglese è una goccia nel mare ma...spero di allargare questa goccia. Spero sinceramente di contagiarti....è una letteratura che fa bene al cuore.
@Emilio: grazie Emilio...se sono riuscita in questo, ne sono felice! :)
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