Dettagli Recensione
La politica coraggiosa della bellezza
“Il giornalista è colui che ha il dovere
Di dire la verità….”
25 Settembre 2005. May Chidiac, famosa giornalista libanese, ha appena finito di condurre il programma Nharkoum Said, “ Buona giornata”, sulla rete televisiva locale LBC.
Ospite della puntata il giornalista Sarkis Naoum che, insieme alla Chidiac, nota per le sue posizioni antisiriane, lancia dure critiche e accuse alle ingerenze politiche della Siria che, unitamente all’Iran, aspira palesemente al controllo totale del Paese. In quella stessa puntata vengono resi noti episodi relativi all’assassinio del Primo Ministro Rafiq Hariri e alle dodici uccisioni che , in altrettanti attentati, si verificarono in seguito.
May esce dagli studi televisivi e si reca presso il Santuario del santo libanese maronita Charbel Makhlouf, dove si raccoglie in preghiera.
Tornata in auto, mentre depone sul sedile posteriore l’acqua benedetta, le icone e l’olio santo presi al santuario, i 400 g di esplosivo nascosti nella sua macchina deflagrano violentemente, riducendola in fin di vita e smembrando il suo corpo.
May, quella May tanto amata dai suoi telespettatori, quella May bionda, dotata di fascino ed eleganza, esuberante nei suoi vestiti dai colori pastello, con le labbra colorate di rosa e gli occhi vivaci vestiti d’ azzurro, May con il suo amore per ciò che è esteticamente bello, May che era stata capace di conservare intatta la sua femminilità, nonostante fosse figlia di una guerra implacabile, non c’è più. Miracolosamente sopravvive a quell’esplosione assassina, ma perde irrimediabilmente una gamba ed un braccio e riporta gravi ferite in ogni parte del corpo. Solo il suo viso resta prodigiosamente intatto.
In questo libro, con grande coraggio, ella racconta le grandi sofferenze affrontate, i 29 interventi chirurgici che le sono stati necessari per riprendere il controllo del suo fisico, ma soprattutto la generosa forza appartenente alla sua anima ferita, una forza talmente grande che può dare ancora voce ai disperati, può ancora dare parole ai martiri. May lotta per riprendersi in mano la vita senza dimenticare mai i problemi della sua terra che un tempo era un paradiso felice ed ora è teatro di scontri violenti e di guerre civili, strumentalizzate dai paesi interessati a detenere il controllo e l’egemonia di una nazione che, per la sua posizione geografica è un’ambita piattaforma verso l’Occidente, utilizzabile sia in senso costruttivo e scambievole che come rampa di lancio minacciosa per possibili attacchi bellici.
Dopo un lungo periodo di cure intensive praticatele prima all’Hotel- Dieu de France in Libano e poi al centro riabilitativo di Valenton in Francia, alternando momenti di grande scoraggiamento a periodi di incredibile ripresa, May, con una dignitosa determinazione e con una ferma ostinazione che la vede anche in contrasto con gli stessi medici a discutere sulla povertà estetica delle protesi che dovrebbero sostituire i suoi arti mancanti, riesce ad ottenere i mezzi necessari per affrontare la sua nuova vita e riprendere il suo mestiere di giornalista televisiva.
Tornata in Patria ed accolta come un’eroina, diventa l’emblema della libertà di parola per tutte le donne mediorientali. Il 25 luglio 2006, dieci mesi dopo il fallito attentato, May Chidiac è di nuovo in video con la trasmissione “ Avec Audace”, a difendere ancora con la potenza politica della sua bellezza, la libertà di pensiero e la verità.