Dettagli Recensione
Bianco e rosso
Un libro che è un lungo racconto. E’ articolato su quattro stagioni e sembra un flusso ininterrotto, complice anche la scrittura che, al termine di ogni frase, finisce sempre con un punto, ma non ricomincia mai la frase successiva con una lettera maiuscola, ma sempre con lettere minuscole. E’ un piccolo particolare, ma crea vicinanza, empatia, coinvolgimento. La copertina del libro è tinta seppia, un colore che amo, però nella storia sono due i colori che ti colpiscono e che ti rimangono dentro, il bianco, il colore del latte, e il rosso, il colore del sangue. Perché è una storia in cui vedi questi colori e senti anche questi odori. L’atmosfera è molto da comunità yiddish, perché il tutto ruota attorno alla vita di una fattoria. La storia è lenta, morbida, per poi prendere un’accelerata finale che ti sconvolge e che ti lascia un segno indelebile. Veramente bello, ti conquista dalla prima pagina ed è un crescendo di emozione: davvero pagine di grande intensità.