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Memorie eterne
Marguerite Yourcenar riesce a cavalcare alla perfezione la difficile linea tra storia e finzione in questo romanzo davvero incredibile, definito dalla maggior parte dei lettori un vero e proprio "capolavoro".
Attraverso la forma epistolare (scrive a Marco Aurelio, suo nipote tramite il metodo della successione imperiale) l'imperatore Adriano ripercorre la sua vita in tutti i suoi aspetti: si denuda, rivelando i suoi pensieri più segreti, la sua filosofia di vita e pensiero, gioie e dolori.
Sballottato in ogni parte dei domini romani per la continua necessità di portare la pace da lui tanto desiderata dopo le grandi imprese belliche del predecessore Traiano, Adriano è anche viaggiatore appassionato e instancabile, amante della Grecia, filosofo limpido e profondo, uomo passionale eppure estremamente saggio e consapevole di sè e delle ombre degli altri.
Procedendo nella lettura di questa "lettera a cuore aperto" Adriano sembra diventare fulcro immobile e tutto il resto girare attorno a lui, sempre meno toccato dagli affanni terreni, sempre più concentrato sulla sua sconfinata vita interiore.
Particolarmente bella, a mio parere, è la parte che riguarda Antinoo, il giovane proveniente dalla Bitinia dalla leggendaria bellezza, compagno dell'imperatore e destinato a fine tragica.
Lo stile del libro è molto ricco, attenzione a non farsi fermare dalla iniziale complessità (con una punta di verbosità, ahimè) perchè è un libro che va letto, commovente e completo in tutto e per tutto.
La Yourcenar ha contribuito a rendere immortale la figura di Adriano, riuscendo a rappresentare il suo essere poliedrico senza una sbavatura e senza mai calcare la mano: un pezzo di storia romana che arriva ai giorni nostri e diventa attuale, meraviglioso.
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