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Il coraggio di essere se stessi
Più appassionante di "La cura Schopenhauer" e "Le lacrime di Nietzsche", questo è per me il più bel romanzo di Yalom. Narrazione, storia, filosofia, religione e psicologia si intrecciano con un equilibrio e una passione trascinanti. La narrazione scorre parallela tra le vicende del filosofo ebreo del XVII secolo e l'ascesa del nazismo nel XX secolo ed è folgorante, perché attuale.
Baruch Spinoza, ovvero Bento, il suo nome di origine iberica, emerge come una persona vera, onesta e pacifica che per difendere le proprie idee accetta una vita di solitudine. Ventiquattro anni, istruito e curioso, commerciante rispettato nella comunità ebraica olandese, le sue teorie diventano sempre più scomode nel sostenere una natura diversa di Dio, nel sottolineare le contraddizioni nei testi sacri e nel contestare i dogmi della fede («Ci controllano con la paura e con la speranza. La paura di quel che accadrà dopo la morte, e la speranza che, se viviamo in un modo particolare godremo una vita beata nel mondo a venire»). La scomunica arriverà nella forma di un documento letto in pubblico, un testo spietato e lacerante, di una cattiveria rara.
Tre secoli dopo, Alfred Rosemberg, il massimo ideologo antisemita nazista e capo della squadra specializzata in saccheggi, preleva e occulta l'intera biblioteca nella casa-museo di Spinoza. È ossessionato infatti dall'inaccettabile idea che il filosofo ebreo fosse tanto apprezzato da Goethe, un'icona della cultura tedesca. Ma Rosemberg è soprattutto un debole, plagiato da Hitler e da quei dogmi che lui stesso ha concorso a creare, e che lo schiacciano sempre di più portandolo a una crisi. Troverà un medico che pratica una tecnica inventata da Freud, una nuova terapia basata sulla parola…
Il coraggio di un ragazzo che scontrandosi con l'autorità ecclesiastica dà il via all'illuminismo, contrapposto alla viltà di un uomo che perde se stesso nel delirio di un regime. Il problema Spinoza racconta come qualsiasi ideologia, religiosa o politica che sia, è sempre pericolosa quando crea dogmi e si sostiene sull'ignoranza e l'incontestabilità.
«Solo gli uomini liberi sono genuinamente utili gli uni agli altri
e possono intrattenere autentiche amicizie». B. Spinoza
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Commenti
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Mi ricorda un passaggio di un libro di Vargas Llosa in cui si osserva che la religione è una necessità biologica e che mi ha molto colpita.
Ottima e utile recensione!
Valentina
Personalmente sulla religione ho una posizione... poco ortodossa. Quello che più mi ha colpito di questo romanzo è come Yalom, attingendo alle sue opere e al suo epistolario, dipinge con estrema umanità e tenerezza un mostro sacro come Spinoza, tanto che mi ci sono affezionato.
Ma ci sono anche tanti altri aspetti interessanti, che richiamano sorprendentemente i giorni nostri. Insomma non riesco a fermarmi, è uno dei libri più belli che abbia mai letto :-D
Particolarmente indovinato ed originale il parallelismo con il xx° secolo e la vita del gerarca nazista Rosenberg e la sua ossessione per il debito intellettuale che i maggiori scrittori tedeschi (Ghote in particolare ma molti altri) hanno sempre riconosciuto al pensiero di Spinoza (..e qui sta il solido collegamento fra i due periodi storici). Questo Rosenberg e' un personaggio di un tale squallore... vive la propria miserabile inadeguatezza sfogando le proprie frustazioni in un antisemitismo radicale. Simbolo perfetto di un popolo che per un decennio perse completamente la testa dietro alle folli teorie "ariane" del nazismo (cosa che, vista con gli occhi di oggi risulta ancor piu' inspiegabile).
Comunque il mio giudizio sul libro e' entusiasta, tra i migliori mai letti.
PS: Dopo e' quasi impossibile resistere all'impulso di approfondire le figure storiche presenti nel romanzo.
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