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RITORNO ALLE STREGHE
Leggendo questo libro, scritto sotto forma di diario, si cela un racconto narrato da una strega, condannata ad una vita in continua fuga dopo la morte della sua cara nonna. Il tenero rapporto che c'era tra nipote e nonna viene sempre ricordato dalla protagonista, una donna che non ha avuto paura di rinnegare la sua vera identità; essere una strega non voleva dire far del male alle persone, ma aiutarle con erbe curative, nulla più. Tutta la storia è centrata su un periodo che presta attenzione ad ogni singola parola usata, sopratutto dalle donne, perchè il tutto poteva essere frainteso come una mledizione e sull'ignoranza della gente, sopratutto sui preti, sempre pronti a gridare e a scacciare il diavolo. Anche se si faceva del bene ad una persona, se qualcosa andava storto, ahimè, si aveva paura di essere additate come streghe. E allora ecco che, pur non rinnegando ciò che si era, si scappava e si cercava altrove fortuna e altre persone da aiutare. Quelle che in realtà erano citate come streghe, erano persone che conoscevano le proprietà curative di ogni erba e cercavano in qualche modo, visto i tempi, di curare malattie e altro. Scritto in maniera molto fluida, Celia Rees mi ha "stregato", portato a quei tempi di malattie, ingnoranza e sacrifici, dove la gente non aveva paura di rinnegare le sue radici.
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Sara' il mio prossimo acquisto in lingua originale, visto che non dovrebbe nemmeno essere lunghissimo.