Dettagli Recensione
La fine della trilogia
"Il sangue dell'azteco" è il libro che chiude la trilogia della storia della discendenza di Mixtli, protagonista del primo libro della saga: " L'azteco". Jennings ci rende partecipi sia nelle descrizioni, che nello stile narrativo, di un mondo pieno di violenza e ingiustizie, perpetuate ai danni dei più poveri ed indifesi. Ci troviamo nei decenni successivi alla conquista e distruzione del mondo azteco, i superstiti indios sono ormai schiavizzati e solo un ristretta minoranza sopravvive nei pochi villaggi resistiti all'urto della conquista spagnola. I governatori spagnoli sdegnano qualunque contatto con gli indios e odiano ancor di più i figli nati dall'unione tra uno spagnolo e un indios: i mestizos. Il protagonista è proprio uno di questi. Cristobal, figlio di uno spagnolo e di un'india, resisterà ai misteri e ai crimini che caratterizzano la sua nascita, per poter rilevare il sangue nobile che gli scorre nelle vene. Jennings utilizza uno stile narrativo ancor più confidenziale verso il lettore, non mancano i momenti in cui Cristobal ci rende partecipi di qualche battuta o confidenza. Voluminoso come " L'ateco" ,conquista per la storia e per il carisma di alcuni personaggi, sia principali che secondari. Cambia invece l'ambientazione, diventando ( nonostante sia ambientato in Messico) molto più "europea" ;il mistero e la magia azteca sono relegati in pochi capitoli e tranne che in qualche capitolo, gli indios diventano "la cornice" di un'opera avente protagonista gli scontri razziali tra i mestizos, gli spagnoles e i negros. Gary Jennings confeziona un' opera piena di passione,azione e drammaticità, trasportando il lettore in uno dei periodi più tumultuosi della storia. Assolutamente consigliato