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Quando l'imperatore era un dio
 
Quando l'imperatore era un dio 2013-04-08 11:54:05 calzina
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
calzina Opinione inserita da calzina    08 Aprile, 2013
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mancanza

Mah. purtroppo in controtendenza rispetto a Pia e a Pupottina non posso dire che questo romanzo mi abbia coinvolto al cento per cento. Purtroppo mi ha lasciato lo stesso senso di incompiutezza che ho percepito leggendo anche il romanzo precedente, di cui "Quando l'imperatore era un Dio" ne è il seguito.
Strutturalmente, però, è molto diverso dal precedente. il primo, "venivamo tutte per mare" ,è un romanzo corale, l'esperienza vissuta è ricostruita attraverso gli occhi di tante donne diverse, ognuna ha voce in quel romanzo.
Questo sequel, invece, trova spazio solo per una esperienza. Nello specifico quella di una famiglia composta da madre, padre e due figlioletti, un maschio ed una femmina. Primo aspetto caratteristico della narrazione è che non conosciamo i nomi dei protagonisti, la soggettività delle persone in qualche modo è volutamente celata anche in questo romanzo.
Credo che essa sia invece volutamente data alle sensazioni. Si chiamano Paura, Incomprensione, Depressione, Scoramento, Smarrimento, Tristezza, Malinconia e soprattutto Mancanza. Mancanza del papà che viene portato via in una buia notte, senza nemmeno il tempo di cambiare le ciabatte. Mancanza della propria casa e dei propri odori, poichè mamma e figli furono "deportati" contro il proprio volere nel derserto dello Utah. Mancanza dei paesaggi. Mancanza degli alberi. Mancanza di normalità. Mancanza di dignità. Questo è ciò a cui fu sottoposta questa famiglia di origne giapponese, in terra americana, subito dopo l'attacco a Pearl Harbor.
Saranno i bambini a raccontarci come cambierà il loro mondo, saranno soprattutto i bambini a raccontarci cosa saranno costretti a vivere durante quei terribili anni. come sarà impossibile adattarsi al cambiamento forzato della loro vita. Saranno loro a farci capire come nulla di ciò che immaginavano di ritrovare al loro ritorno sarà uguale. Ogni cosa muterà, le case, le persone e loro stessi.
Non mi sento di sconsigliarlo, anzi, ma non posso certamente dire di essere appagata da questa lettura. Troppo breve, non nel numero di pagine ma nella narrazione.

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venivamo tutte per mare
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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Io non lo leggerò Calzina...dopo che non mi ha nemmeno entusiasmato il primo "Venivamo tutte per mare"...senza infamia e senza lode.
Bella recensione. Poveri bambini....tristezza e rabbia.
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calzina
08 Aprile, 2013
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@gracy. Boh, forse siamo le due uniche mosche bianche. Questi romanzi hanno entusiasmato tante persone, credo dipenda dal proprio gusto nella lettura e non dalla vicenda narrata in se che credo, da parte di tutti, non meriti altro che rispetto.
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calzina
08 Aprile, 2013
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@ sary. grazie. eh si, le persone hanno subito tale destino meritano tutto il rispetto del mondo.
In risposta ad un precedente commento
gracy
08 Aprile, 2013
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Si Calzina...ti quoto, è proprio così.
Cara Calzina, ho letto con piacere la tua recensione.
Io credo che i nomi dei familiari non siano stati messi per un semplice motivo: questa famiglia doveva rappresentare ed essere iol simbolo di tante altre ...non doveva essere un'esperienza unica.
Per quanto riguarda la sua lettura, non posso dire che ne sono rimasta entusiasmata...sarei sadica se lo fossi stata...ma interessata profondamente si!
Come si fa a non essere coinvolti nel dolore altrui? Come si fa a non ascoltare una qualsiasi forma di dolore?...e questo libro per me lo è stato:una sofferenza taciuta dai libri di storia.
Quindi, come hai detto tu, rispetto prima di tutto e il desiderio di essere partecipe a momenti di dolore altrui...non solo i nostri...Credo che sia la più bella prova di maturità che una persona possa dare...mio semplice punto di vista...Pia
Però sono anche dell'avviso che bisogna essere pronti per la lettura di certi libri...tempo al tempo...e poi non tutti siamo interessati alle stesse cose ...è logico...
In risposta ad un precedente commento
calzina
08 Aprile, 2013
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@Pia. Credo che l'omissione dei nomi sia in parte fatto per generalizzare una storia che appartiene a tutti e in parte credo per ciò che ho scritto nella recensione, per dare un nome ai sentimenti più che alle persone. Ne è dimostrazione anche il romanzo precedente, che esattamente per lo stesso motivo da voce a tantissime donne. Tra le due scelte stilistiche però io decisamente quoto la seconda, il primo romanzo è migliore di questo. Attenzione però Pia; io non critico la Storia in se, è ovvio, non si può fare altro che chinare la testa di fronte a tali racconti, ma la scelta stilistica non mi ha coinvolta, toccata certo, ma non coinvolta. Poi come hai detto tu, ognuno ha la propria sensibilità e gusto nella lettura. Il bello di leggere e scrivere recensione di libri è proprio questo. Cmq sapevo mi avresti detto la tua e ne sono davvero felice :-)Grazie
E io son tanto contenta di questo nostro sereno confronto...come ho già detto varie volte...trovo che per me sia il momento più "interessante e catarchico" ...mi piace confrontarmi con chi si pone col massimo rispetto e con apertura agli altri...è davvero arricchente e lo adoro!!!
Ciao Pia
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