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Once upon a time....
C’era una volta il pirata John Long Silver, il temibile uomo dei mari con una sola gamba, protagonista de “L’isola del tesoro” di Stevenson…..ma questo è il sequel, che lo fa rivivere nel 1742 ormai vecchio a narrare le sue confessioni-memorie sotto forma di rocambolesca e trascinante storia.
Punto di forza del libro è la capacità descrittiva di Larsson di narrare in maniera straordinaria un gran libro di avventura e lo fa con passione, facendo rivivere dialoghi esilaranti con Dafoe e Jim Hawkins in una confessione che trabocca di fascino. Long John Silver, da ragazzino di Glagow per bene, si trasforma in mozzo, marinaio, contrabbandiere, quartiermastro, schiavo e alla fine dei suoi giorni pirata, quando ormai è leggenda.
E’sicuramente la personalità carismatica di John, burbero, coraggioso, cinico, trucido, tenero, rispettoso e sensibile che trascina il lettore ad affezionarsi e a fare il tifo per lui. E’ palpabile il forte messaggio che trasmette sul perché delle scelte che facciamo e sulle storie che ognuno di noi in fondo raccontiamo a noi stessi.
E’ stato molto interessante conoscere le regole di navigazione che vigeva all’epoca, la gestione della tratta degli schiavi, la vita dei bucanieri, dei marinai e di come ammainare la bandiera e sopravvivere alle rivolte al largo dei mari del Sud o delle due Indie.
Anche se scorrevole e piacevole ho trovato un po’ ripetitivi certi passaggi e alla fine 500 pagine finiscono un po’ per annoiare.
“Se si vuole prendere qualcuno per il naso, bisogna stare alle regole del gioco. Ed è meglio trovarsi le proprie parole che cercare di servirsi di quelle altrui”…
....che il diavolo ti porti John Silver!
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