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Il passo del gambero
 
Il passo del gambero 2013-02-10 12:45:37 DieLuft
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4.0
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3.0
DieLuft Opinione inserita da DieLuft    10 Febbraio, 2013
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Una cicatrice mai guarita

"La storia, o meglio, la storia che ci riguarda, è un cesso intasato. Continuiamo a tirare l'acqua, ma la merda torna sempre a galla."

Grass ripercorre una storia accantonata dai tedeschi: la storia delle proprie vittime, la storia dei tedeschi delle provincie orientali in fuga dall'Armata rossa.
Il titolo più che alla storia, si riferisce al metodo utilizzato per riprodurre questa vicenda ossia saltando di qua è di là tra le varie storie costituenti. Le vicende raccontate non sono moltissime ma ogni tanto ci si perde nell'intricata trama che esse tessono. Tutte vertono attorno al nome di Wilhelm Gustloff: un martire del nazionalsocialismo, ucciso dall'ebreo David Frankfurter, di cui in seguito si varerà una nave da crociera KDF portante il suo nome. Su questa nave nascerà Paul proprio nel momento in cui Marinesko, comandante di un sottomarino sovietico, ne ordinò l'affondamento mentre la nave trasportava circa 10.000 profughi tedeschi in fuga.

Due date importanti:
27 Gennaio 1945: apertura dei cancelli di Auschwitz, rivelazione dei crimini nazisti.
30 Gennaio 1945: affondamento della Wilhelm Gustloff, vicenda dei profughi tedeschi.
Coscienti dei loro errori, è possibile che i tedeschi abbiano sottaciuto i loro dolori perché a loro volta ne avevano inflitti di peggiori?
Secondo Grass sì. Ed è per questo che Paul ha una vicenda familiare disastrosa: suo figlio Konrad, imbevuto di una storia che non gli appartiene a causa delle continue sollecitazioni della nonna Tulla, uccide un finto ragazzo ebreo per pareggiare i conti.
Le generazioni di Grass e di Paul sono colpevoli di non aver raccontato il dolore tedesco quando avrebbero dovuto. Una delle cause della nascita del neonazismo in Germania.
Nonostante la questione sia veramente delicata, Grass non sfocia mai in una celebrazione di nazionalismo. Critica la propria società per non aver affrontato una questione che forse avrebbe evitato la nascita di movimenti filonazisti nel nostro secolo.

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