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La fatina del cimitero
"Che importa l'eternità della dannazione a chi ha trovato, per un attimo, l'infinito della gioia"?
Così Charles Baudelaire racconta l'amore ed è con lo stesso spirito che ci si inoltra in questa storia.
Tra le antiche lapidi del cimitero di Highgate, in una Londra segnata da atroci delitti siglati "Jack the ripper", cresce un fiore purpureo: Annabel, dai capelli rosso fuoco e dalle abilità straordinarie.
Un mondo invisibile si muove intorno a lei; un mondo di anime solitarie appese a ricordi perpetui, a promesse mancate, a cose lasciate in sospeso, a sentimenti perduti e risentimenti mai soppressi, il tutto sfocato e reso impalpabile dall'inesorabile danza del tempo.
Annabel comunica con loro, le rassicura e le aiuta ad attraversare quel limbo dove sono sospese, corrose dalla pena.
Tra le anime, gli occhi vivaci dell'Annabel bambina catturano il volto di un uomo dal fascino ultraterreno, un uomo distinto, dallo sguardo penetrante e buono, un uomo che da quel momento non dimenticherà e porterà nel profondo oceano del suo cuore....malato.
Sì..."Annabel non può sopravvivere", questo le è stato detto.
La malattia tiene in pugno il suo cuore; poche gocce di digitale purpurea la tengono ancorata alla vita...una vita che desidera disperatamente vivere per poter ritrovare quello sguardo perso in una fredda, cupa giornata d'inverno nelle pieghe segrete del grigio cimitero.
Passano gli anni e il destino tesse le sue tele elaborate, cambiano gli scenari e la Londra macchiata da sangue innocente è ormai un incubo lontano, disperso tra le nebbie di una modernità che incombe.
Cosa ne è stato della "Fata di Highgate"?
Annabel ormai è una donna, una medium affermata e il suo nome serpeggia fiero nei quartieri eleganti dove cuori trafitti da lutti cercano pace e risoluzione.
Chi è l'uomo che tormenta, a distanza di anni, l'animo sensibile di Annabel riaccendendo le sue emozioni?
Il romanzo della Alvarez, al suo esordio da scrittrice, sorprende e colpisce anche il lettore più esigente. Siamo a metà tra romanzo storico e "gothic novel", con un avvio decisamente in sordina che si perpetua per oltre 100 pagine spegnendo leggermente l'entusiasmo iniziale; questo, però, sarà recuperato attraverso l'accurata descrizione della Londra vittoriana che si muove sullo sfondo, i precisi rimandi storici, gli scenari ben costruiti e i personaggi "all'altezza", che innalzano il ritmo della narrazione e delle emozioni di una trama davvero ben architettata. Ritmo incalzante, dunque e storia d'amore per nulla stucchevole. Una sola critica: ho trovato troppo moderno il linguaggio e troppo disinvolti i gesti dei personaggi principali; dobbiamo ricordarci che siamo nella società vittoriana dove rigidità e compostezza fanno da padroni.
Tutto sommato è stato davvero un bell'esordio per la giovane scrittrice spagnola che essendo lontana dagli scenari e dalle influenze inglesi è ancora più apprezzabile. Ringrazio le qutenti che me lo hanno fatto scoprire.
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