Dettagli Recensione
L’autobiografia del dolore
Si tratta di una breve autobiografia sulla deportazione, il dolore, la morte e la dura vita nei Lager.
Elie Wiesel attraverso le sue parole dure e crude ci descrive come ha vissuto la sua deportazione.
Lui abitava in Transilvania con la sua famiglia e molti altri ebrei ed un brutto giorno dovettero partire per una meta sconosciuta.
Il luogo ignoto non era altro che il campo di concentramento di Birkenau.
Appena prima di entrare in questo campo di sterminio vennero privati dei loro averi e molti altri furono mandati a morire.
Il protagonista e suo padre dovranno affrontare la selezione e dichiareranno un’età diversa per non essere mandati a morire anche loro.
Né patiranno di tutti i colori, verranno persino fatti marciare nudi nella gelida notte fino al trasferimento nel campo di Auschwitz.
Lo stile è semplice e molto scorrevole.
Non vengono mai utilizzati termini complessi, ma molto spesso vengono usate parole in tedesco o ebraico che si trovano spesso nei libri di questo genere.
Si tratta di un’”avventura” tremenda che ha dovuto subire sia l’autore che altre centinaia di migliaia di ebrei.
Un libro forte per non dimenticare e per non sbagliare un’altra volta.
Molto consigliato!
“[…]un sudore freddo mi copriva la fronte, ma gli dissi che non credevo che si bruciassero degli uomini nella nostra epoca, che l’umanità non l’avrebbe più tollerato…
- L’umanità? L’umanità non si interessa a noi. Oggi tutto è permesso, tutto è possibile, anche i forni crematori…“
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