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Esecuzioni e pregiudizi nella Baviera del 1600
Parto con il dire che questo libro ha un'ambientazione interessantissima e poco sfruttata nei romanzi. Il lettore si ritrova subito catapultato nella Baviera del 1600, in una cittadina modesta, abitata da persone per lo più povere, dove campeggia una mentalità retrograda e avvezza a fagocitare le dicerie più insensate, dove la pena di morte è la risposta ad ogni problema e dove il mestiere del boia è una professione necessaria, come può essere quella del fornaio o del locandiere.
Ma ancora più interessante è scoprire che l'autore del libro ha deciso di scrivere questo romanzo proprio perché è lui stesso discendente di una dinastia di Boia della Baviera, una dinastia che ha esercitato questa professione per ben 300 anni. La famiglia dei Kuisl non è quindi un'invenzione letteraria, ma prende spunto dagli antenati dell'autore e rende questo romanzo ancora più credibile e rilevante. Nonostante la storia sia comunque frutto di un lavoro di fantasia, troviamo in questo libro davvero tante verità sull'argomento e la ricostruzione storica è accurata e approfondita. Il lettore si trova così a scontrarsi con le varie contraddizioni dell'epoca, dove il popolo desidera ardentemente che venga fatta giustizia in maniera cruenta, dove le esecuzioni avvengono in piazza davanti alla folla urlante ed eccitata come se stesse assistendo ad una rappresentazione particolarmente piacevole, ma al tempo stesso non vuole avere nulla a che fare con il boia e con la sua famiglia, considerati indegni, isolati e ghettizzati in un angolo appartato del paese.
Ed è in questo clima di contraddizioni e ingiustizia sociale che prende vita una trama che da storica si tinge di giallo, dove il paese è scosso da una serie di omicidi inspiegabili e la soluzione più comoda è quella di trovare un capro espiatorio da giustiziare anziché trovare il vero colpevole. Ma il boia protagonista di questo romanzo è un personaggio molto particolare, saggio e istruito, che non vuole avere sulla coscienza un'altra vittima innocente, ma che vuole fare chiarezza sull'accaduto.
Come tipo romanzo l'ho trovato davvero ben strutturato, con uno stile di scrittura piacevole e scorrevole (ma non banale) che non manca di annoiare e con un ritmo molto incalzante ed avvincente. E' un romanzo che nonostante l'ambientazione storica esaustiva si lascia leggere con disinvoltura, un romanzo quindi alla portata di tutti, rimanendo comunque ad un livello nettamente superiore alla media delle pubblicazioni degli ultimi anni.
L'autore si dimostra però molto più bravo a giostrarsi con la parte storica del romanzo piuttosto che con quella che ha per oggetto il mistero che attornia la storia. Il giallo che accompagna la lettura ci mette davanti a tanti interrogativi e ad un muro di omertà e burocrazia quasi invalicabile, mentre la sua risoluzione appare infine un po' debole e semplicistica rispetto al contesto storico narrato. Alcune leggerezze faranno certamente storcere il naso ai puristi del giallo, ma ciò nonostante mi sento davvero soddisfatta da questa lettura così diversa dalle solite, di qualità e storicamente ben delineata.
"La figlia del boia" è un romanzo a tutti gli effetti autoconclusivo, che fa parte però di una serie attualmente arrivata al quarto libro. Sono curiosa di scoprire se anche in Italia si procederà alla pubblicazione degli altri, io mi auguro di sì.