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Acqua cheta
Marie, la Marie del porto, una piccola perla grigia che odora di mare.
Marie che non e’ bella nonostante i suoi diciotto anni, lo sguardo spento, il viso smunto e pallido, la figura gracile, i capelli scompigliati, l’abito nero ed il grembiule sopra, una creatura che ha un sogno ed i piedi ben piantati a terra.
Marie testarda e sfuggente, Marie che si lascia solo intravedere nei suoi silenzi, dolce e fragilmente solida piange di notte nel suo letto umido di freddo.
Marie che fa innamorare gli uomini, insapore come l’acqua in un bicchiere, sfuggente come l’acqua di un ruscello, inavvicinabile come l’acqua di un mare in tempesta.
Simenon piu’ che una storia stavolta ci propone una cartolina, rigorosamente in bianco e nero, di uno spicchio di cittadina portuale, i pescatori, i caffe’ della Marina, le imbarcazioni e quell’odore di salmastro che si appiccica addosso. Su questa cartolina in primo piano una ragazza esile dietro il bancone di un bar mentre serve da bere o piegata sui letti di una locanda mentre sistema la camera.
Una piccola cartolina di una piccola donna, deliziosamente raccontata attraverso le parole, attraverso i colori offuscati, attraverso il profumo di braci e aringhe di cui il buon vecchio Simenon intride l’aria di casa nostra, sfogliando il suo libro.
Buona lettura.
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Io l'ho scoperto grazie a questo sito, ne ho letti parecchi, mi piace tanto :-)
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