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TAITA IL MAGO
Altra indimenticabile vicenda che descrive l’epopea egizia in tutto il suo splendore. “I figli del Nilo” rappresenta il secondo capitolo della saga egizia di Wilbur Smith che dopo “Il Dio del fiume” ci concede un secondo episodio per nulla scontato e davvero coinvolgente. Taita abbandona i connotati umani per assumere quelli di un invincibile mago dalle sembianze ieratiche che con le sue prodezze riesce di volta in volta a manipolare gli eventi a suo favore e per il bene delle persone che ama. Stavolta dovrà proteggere Nefer, figlio di Tamose , nipote dell’amata Lostris e dell’amico Tanus (i protagonisti del primo capitolo della saga) . Le insidie che minano la pace e le sorti del basso Egitto stavolta si chiamano Naja , infedele ed indegno amico del faraone Tamose, che traendogli un tranello lo uccide per prenderne il posto , e Trok Uruk che farà la stessa cosa con Apepi, faraone Hyksos che governa l’Alto Egitto e padre di Mintaka, che poi diventerà moglie di Nefer. I due , grazie all’aiuto del buon Taita, danno vita ad un sodalizio forte e ben voluto dalla popolazione egizia, che riesce a sconfiggere quei malvagi usurpatori del potere nonché assassini dei rispettivi padri. Il libro è avvolgente come il suo predecessore e nonostante le 600 e più pagine, si legge avidamente. In alcune occasioni le vicende sono descritte in modo assai crudo , con morti e sevizie di tutti i tipi , una scelta che a mio parere poteva anche essere evitata perché non aggiunge pathos alle vicende ma solo un po’ di sdegno (specialmente se si pensa che tali cose accadevano realmente) ma tuttavia il mio parere conta ben poco al cospetto di chi ha venduto milioni di copie. La saga egizia di W. Smith è davvero coinvolgente e anche se ho letto soltanto due dei quattro libri che la compongono , già so che gli altri non mi deluderanno; non posso dire la stessa cosa per quanto riguarda il film che ne è stato tratto , che risulta veramente un’opera da dilettanti, una pellicola che mortifica le magiche atmosfere create con prodigiosa sapienza dall’autore africano; speriamo che in futuro qualcuno riesca a rendere il giusto omaggio a queste opere fantastiche.
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Commenti
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Bella race comunque bravo !
Ciao EvaBlu, Wilbur Smith è uno scrittore di una finezza e di una eleganza quasi ineguagliabili, scorrevole e molto descrittivo. Ti fa vivere l'africa in un modo che quasi ti sembra di esserci .
Io ho letto quello che, a detta dai Fans e la sua opera peggiore (il destino di un cacciatore), e sono rimasto davvero rapito, non tanto per la storia ma per la piacevolezza di leggerlo.
Da quel romanzo in poi mi sono vermaente appassionato al grande Wilbur
Buona Lettura ! ;-)
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